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(Adnkronos) – "Noi siamo partiti 5 anni fa, dichiarando come prima strategia dell'azienda 'People First', con l'ambizione di creare un posto di lavoro dove le persone tornino a lavorare ogni giorno un po’ più felici". Così Antonio Fazzari, general manager and chief operating officer di Fater, spa fondata nel 1958 da Francesco Angelini e dal 1992 joint venture paritetica tra Gruppo Angelini e Procter & Gamble, intervenendo al panel 'Verso un nuovo welfare aziendale' al Salone della Csr in corso a Milano. "All’inizio -ricorda Fazzari- questo ha generato un po' di panico perché effettivamente è difficile misurare la felicità; però poi per noi è stata una straordinaria opportunità di riorientare tutto ciò che facciamo". Così "abbiamo iniziato a condurre survey, anche se lo strumento più potente di ascolto è sedersi con una persona, guardarsi negli occhi e dire 'Come stai?, Come cambiamo l’azienda?'. Questo processo di ascolto, davvero molto intenso, ci ha dato il coraggio di fare cose importanti e anche coraggiose: la prima, quattro anni fa, che sembrava un azzardo, è stata quella di aprirci al lavoro ibrido cinque su cinque per tutte le mansioni che lo permettono, che vuol dire che in Fater le persone possono scegliere il luogo e l’orario di lavoro, che la qualità del lavoro si misura da come costruisce business e come sviluppi il tuo team. E non da dove lavori o, ancora peggio, da quanto lavori".  "Questa cosa -aggiunge- è stata la prima pietra di un cambiamento più generale perché sfida ad avere fiducia nelle persone, a dar loro delega e a invertire un po’ il sistema tradizionale. Per noi è stata anche una misura di inclusività perché ad esempio i genitori di bimbi in età scolare possono andare a prendere i loro bimbi a scuola, aiutarli nei compiti e i care giver, che devono necessariamente trovare nuove soluzioni di incrocio tra vita personale e professionale, hanno potuto trovare il modo di assistere i loro genitori o i loro cari".  —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.