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(Adnkronos) – "E' stata una bellissima sfida. Credo che la tecnologia debba essere realmente uno strumento per migliorare la qualità delle nostre vite e questo progetto poneva veramente l'accento su questo aspetto. Noi lavoriamo nell'intelligenza artificiale da ormai 15 anni nei nostri laboratori e con i nostri partner e quindi è un tema che comprendiamo, analizziamo dall'interno e di cui capiamo anche tutte le complessità e le declinazioni". Lo ha detto Valeria Sandei, amministratore delegato di Almawave, nel suo intervento, questa mattina a Roma, alla presentazione della web App My Smart Diary, il diario alimentare intelligente per persone con disturbi del comportamento alimentare che sfrutta l'Ai, realizzata da Fondazione per la sostenibilità digitale in collaborazione con partner tecnologici come Microsoft ed Almawave. "Chiaramente oggi c'è un'accelerazione in più che è rappresentata dal linguaggio, dalla semplicità del linguaggio" offerto anche "dall'Intelligenza artificiale per interagire con i giovani – continua Sandei – Sono madre di due adolescenti, di due ragazze, quindi per me è facilmente comprensibile" il tema che affronta un progetto come My Smart Diary, "che ho subito abbracciato con entusiasmo" perché il "linguaggio e l'intelligenza artificiale per interagire in una maniera nuova con i ragazzi, per comprendere più tempestivamente gli accadimenti, per intervenire, mette sempre la persona al centro. La persona – riflette – è il paziente, la persona è il ragazzo, la persona è il medico. Credo che questo sia poi anche il senso ultimo dell'Ai Act, dei disegni di legge che sono in queste settimane in discussione. Ed è a questo che noi, come azienda italiana, cerchiamo di guardare rispetto alla nostra idea di società e di evoluzione positiva. Speriamo che questo progetto abbia tanti sviluppi positivi – conclude – che possa realmente aiutare medici e ragazzi nel loro percorso". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.