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(Adnkronos) – "Questo cortometraggio rappresenta più di una speranza, per alcuni pazienti oggi è una realtà la possibilità di essere guariti nonostante la refrattarietà a una terapia standard. Quindi, sicuramente rappresenta un viaggio: si tratta di una terapia complessa, di un processo lungo, ma in alcune indicazioni, come per esempio nel linfoma diffuso a grandi cellule B, che non risponde a una linea di chemioterapia tradizionale, può portare a una guarigione nel 50% dei casi". Sono le parole di Stefania Bramanti, capo sezione Terapia cellulare di Humanitas, in occasione della presentazione di 'Luce tra i frammenti. Il viaggio di Mira, dalla scoperta della malattia alla speranza con Car-T'. Un cortometraggio 2D animato prodotto dagli studenti del Triennio in cinema e animazione di Naba Pietro Caprari, Alice Chiofalo, Luca Giorgi, Alice Guerrini, Arianna Luna Perrone, Andrea Montani, Federico Mostacchi e Andrea Starace, con la supervisione dei docenti Naba Malina De Carlo, Simona Duci, Giacomo Manzotti e Jacopo Martinoni, e promosso da Gilead Sciences con il patrocinio di Ail-Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma e La lampada di Aladino Ets. Una maestra vetraia, Mira, e la figlia, Marta, affrontano insieme una sfida importante, la diagnosi di tumore del sangue. Il cortometraggio racconta il patient journey del paziente che si sottopone a Car-T, dal momento della diagnosi, fino al trattamento e alla remissione. Le protagoniste, Mira e Marta, mamma e figlia, mettono in mostra le emozioni e le difficoltà che, una persona con un tumore ematologico, insieme al caregiver, deve affrontare nel lungo percorso verso la guarigione. Un percorso fatto di ostacoli, paure, fallimenti, ansia e incertezza su quello che riserva il futuro. Ma un giorno la svolta, la possibilità di una cura e una nuova terapia innovativa: le Car-T rappresentano il momento in cui si riaccende la speranza. "Sono tanti i pazienti che possono accedere a questa cura, ma potrebbero essere di più di quelli che oggi riusciamo a curare – sottolinea Bramanti – L'importante, però, è identificarli per tempo, in modo che possano conoscere questa alternativa terapeutica e affrontarla nel migliore dei modi".  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.