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(Adnkronos) –
Ucraina e Russia pronte a discutere una tregua prima dell'attacco di Kiev a Kursk. Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin erano pronti a inviare questo mese delegazioni a Doha, in Qatar, per negoziare un accordo per una tregua nei raid contro infrastrutture dell'energia. L'attacco di Kiev in Russia, con l'incursione nella regione di Kursk, ha fatto saltare il possibile avvio delle trattative in cui il Qatar avrebbe dovuto svolgere un ruolo di mediatore, con incontri separati con le due delegazioni. E' il quadro che delinea il Washington Post in una fase cruciale della guerra, iniziata da oltre 900 giorni.  Le forze armate ucraine sono avanzate per decine di chilometri nel territorio russo, acquisendo il controllo di almeno 800 km quadrati. L'operazione, come riferisce il quotidiano statunitense, ha fatto "deragliare gli sforzi per un cessate il fuoco parziale con la Russia" e cancellato – almeno per ora – i piani che prevedevano di tenere colloqui indiretti in Qatar sulla sospensione degli attacchi alle infrastrutture energetiche. "L’Ucraina e la Russia – spiega il quotidiano citando diplomatici e funzionari a conoscenza delle discussioni – avrebbero inviato delegazioni a Doha questo mese per negoziare un accordo storico destinato a porre fine agli attacchi contro le strutture energetiche e le infrastrutture elettriche di entrambe le parti. L'intesa sarebbe stata l'equivalente di un cessate il fuoco parziale e avrebbe concesso una tregua a entrambi i paesi".  "Ma i colloqui indiretti, con i qatarini in funzione di mediatori che si sarebbero incontrati separatamente con le delegazioni ucraina e russa, sono stati fatti deragliare dall'incursione a sorpresa dell'Ucraina nella regione russa di Kursk la scorsa settimana", secondo i funzionari citati. Secondo un diplomatico citato dal giornale, la Russia "non ha interrotto i colloqui, ha chiesto tempo". L'Ucraina avrebbe comunque voluto inviare la sua delegazione a Doha, ha aggiunto, ma il Qatar ha rifiutato perché non ritiene vantaggioso un incontro con un unico interlocutore.  Kiev, attraverso le parole del presidente Volodymyr Zelensky, ha chiarito ripetutamente che prenderebbe in considerazione una tregua solo con il ritiro delle truppe russe dal suolo ucraino, Crimea compresa. Vladimir Putin, da Mosca, ha sempre considerato territorio russo le 4 regioni annesse dall'inizio del conflitto. Gli ultimi contatti ufficiali tra i due paesi per una soluzione negoziale risalgono al 2022, con gli incontri di Istanbul nella fase iniziale della guerra: il dialogo è naufragato. Ora, la chance di Doha che appare congelata, sebbene i due paesi forniscano versioni differenti. La Russia accende i riflettori sull'''escalation" rappresentata dall'offensiva ucraina. Kiev, invece, sostiene che il summit sia stato rinviato "per la situazione in Medio Oriente". Il 22 agosto sarebbe previsto un incontro in videoconferenza e l'Ucraina, quindi, si consulterebbe con i propri alleati per valutare l'eventuale implementazione di decisioni e provvedimenti. Secondo le fonti interpellate dal Washington Post, non è ipotizzabile che Mosca sia disposta a negoziare ora, con soldati ucraini sul proprio territorio: "Dopo Kursk, i russi hanno frenato", la sintesi di una fonte a conoscenza della situazione relativa ai colloqui. Dal lato ucraino, si sottolinea l'importanza di preservare la rete energetica in vista dell'inverno: "L'energia è un settore critico per noi. A volte ci dimentichiamo dell'economia, ma andiamo verso un precipizio senza luce e riscaldamento in inverno".   —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

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