Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) –
Mattia Furlani medaglia di bronzo nel salto in lungo alle Olimpiadi di Parigi 2024. Il 19enne azzurro è terzo nella finale con la misura di 8.34. Oro al greco Miltiadis Tentoglu, che conserva il titolo vinto a Tokyo 3 anni fa, e argento al giamaicano Wayne Pinnock. Furlani, sul podio a 40 anni dal bronzo di Giovanni Evangelisti a Los Angeles 1984, regala la prima medaglia all'atletica azzurra e la 26esima alla spedizione tricolore ai Giochi: 9 ori, 10 argenti e 7 bronzi. "Ci ho creduto fino alla fine, è la più grande emozione della mia vita", dice Furlani commosso ai microfoni della Rai. "La devo smettere di piangere quando vengo al microfono, altrimenti pensano che io sia un piagnone… Credo sia stata la mia miglior gara a livello tecnico. Il lavoro paga, bisogna dare tempo ai giovani: un anno fa a Budapest ero 18esimo nelle qualificazioni. Bisogna dare fiducia ai giovani, bisogna dare tempo ai ragazzi negli sport: si può raggiungere tutto, è un processo, ci vuole tempo per ottenere risultati", dice. "C'è ancora tanto da fare, la mia carriera è solo all'inizio. Ora mi godo questa medaglia, poi si torna a lavorare per andare sempre più lontano… più lungo".  
Furlani accende la gara con il primo salto. Rincorsa perfetta e stacco chirurgico, con un solo centimetro e mezzo ceduto sulla pedana: 8.34 con vento contrario, primo posto. L'azzurro conferna la condizione eccellente con il secondo tentativo: tutto da manuale, 8.25. Furlani perde la leadership quando Tentoglu decolla al secondo tentativo e atterra a 8.48. Subito dopo, arriva anche il giamaicano Pinnock: 8.36. La risposta di Furlani è vanificata dallo stacco lievemente abbondante: questione di centimetri, il terzo tentativo è nullo. Anche il quarto salto viene cancellato, lo stacco è irregolare per soli 3,6 centimetri: viene vanificato un potenziale salto d'argento. L'azzurro calibra bene il quinto tentativo, stavolta semaforo verde: ancora 8.34, la misura migliore viene replicata. Furlani chiude con 8.27: medaglia di bronzo per il baby. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.