Tempo di lettura: 1 minuto

(Adnkronos) –
"Siamo stanchi di queste situazioni". Giovanni Malagò, presidente del Coni, sbotta dopo la contestata sconfitta dell'azzurro Filippo Macchi nella finale del fioretto maschile alle Olimpiadi di Parigi 2024. Nei primi giorni ai Giochi, l'Italia ha dovuto fare i conti con una serie di discutibili decisioni arbitrali nel judo, nella scherma, nella boxe. Gli episodi ripetuti lasciano il segno e alla fine il numero 1 dello sport italiano alza la voce ai microfoni della Rai. "Ultimamente andiamo meglio negli sport in cui si va con il centimetro e con il cronometro. Ci sono sport, e sono l'ampia maggioranza, con arbitri e giudici, bisogna rispettarli. Abbiamo fatto una protesta formale, ho parlato a lungo con il segretario generale della federazione internazionale della scherma. C'è un errore di fondo che mina la credibilità di questo sport: c'erano due giudici, uno di Taipei e uno della Corea, per una finale tra un italiano e un atleta di Hong Kong", dice Malagò. "I giudici sono stati sorteggiati: se il primo è di Taipei, il secondo si prende dal Lussemburgo, dalla Germania, dagli Usa… Non si prendono gli unici 2 giudici asiatici su 6, senza parlare di cattiva fede. Ma a questo punto le polemiche che vengono fuori hanno fondamento. Sono dispiaciuto, ho fatto una formale protesta. Siamo stanchi di queste situazioni", dice. Il discorso si allarga al judo, alla boxe: "Abbiamo visto tanti arbitraggi in tutti gli sport, hanno fatto gridare allo scandalo o quantomeno non sono piaciuti per mille considerazioni che vanno oltre la soggettività. Non si tratta di fare le vittime, si tratta di mettere in condizione la gente di non pensare poco bene… Con questo ho detto tutto". —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.