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L’aveva scoperta da bambino e sotto la sua chioma aveva trascorso molti pomeriggi: Carlo Lorenzini, il Collodi, era solito trascorrere a San Martino in Colle, paese materno frazione del comune di Capannori, i periodi estivi e quella quercia era già protagonista, per la sua maestosità, per la sua forma strana. Ora quella pianta secolare è divenuta monumento e sarà un bene paesaggistico con valore storico, estetico, naturale e culturale: lo ha deciso la Consulta tecnica per le aree protette e la biodiversità della Regione Toscana, accogliendo una richiesta del Comune di Capannori e del Wwf.
Conosciuta da bambino, la quercia è divenuta poi fonte di ispirazione per Collodi quando ha pensato «Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino». A quella pianta il burattino viene impiccato dagli assassini (il Gatto e la Volpe, mascherati) che volevano rubargli le monete d’oro e salvato dalla Fata Turchina. «Detto fatto, gli legarono le mani dietro le spalle e passatogli un nodo scorsoi intorno alla gola, lo attaccarono al ramo di una grossa pianta detta la Quercia Grande», scrive Collodi. «Sono molto soddisfatto nell’apprendere la notizia dell’iscrizione nell’elenco degli alberi monumentali la grande quercia di San Martino in Colle. E’ un esemplare – dice il segretario generale della Fondazione Carlo Collodi – che merita la massima tutela e valorizzazione. La sua notorietà è di vecchia data tanto da indurmi a supporre che fosse conosciuta anche da Carlo Lorenzini. La sua valorizzazione non può che contribuire a far conoscere ancor meglio ed apprezzare le ricchezze storiche, culturali e paesaggistiche di tutto il territorio tra Lucca e Pescia, di cui anche Collodi e il Parco di Pinocchio fanno parte».
La pianta, una quercus pubescens, si trova al confine tra le località di Gragnano e San Martino in Colle, a pochi chilometri dal paese di Collodi, ha circa 600 anni di vita ed è cresciuta nel parco di villa Carrara. È alta 24 metri, ha un tronco con una circonferenza di 5 metri e un diametro della chioma di 40.
La «Quercia Grande» narrata da Carlo Lorenzini, è detta anche "Quercia delle streghe" per la caratteristica di avere rami quasi orizzontali: questo aspetto, dice la leggenda, è dovuta al fatto che le streghe danzavano sui suoi rami.
Nel tempo la grande quercia ha subito vari attacchi: durante la Seconda Guerra Mondiale i tedeschi volevano abbatterla per farne legna da ardere; vandali in più occasioni ne hanno staccato parti per farne souvenir e qualche anno fa fu attaccata da insetti nocivi e venne salvata dall’intervento di una equipe di esperti.
«E’ un onore per Capannori che quest’albero, che la leggenda lega a uno dei libri italiani più conosciuti nel mondo – dice il sindaco Giorgio Del Ghingaro – sia entrato a far parte dei beni paesaggistici della Regione. È un riconoscimento per il nostro territorio, che offre molte bellezze architettoniche e naturalistiche, che speriamo serva a far ulteriormente conoscere il nostro comune». Per Pinocchio un’altra avventura fantastica.