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(Adnkronos) – "Mio marito vive ora in un paese chiamato 'Cancerland". Nel marzo 2023, con un post su Instagram, fu la seconda moglie delll'acclamato romanziere, la 69enne scrittrice e poetessa Siri Hustvedt, ad annunciare che il marito Paul Auster, uno dei maestri del postmodernismo americano, era malato di tumore. La malattia ai polmoni gli era stata diagnosticato ufficialmente alla fine del 2022 e da allora era in cura, con trattamenti di chemioterapia e immunoterapia, al Memorial Sloan–Kettering Cancer Center di New York, uno dei centri per la ricerca e il trattamento del cancro più famosi a livello mondiale. "Sono stata lontana da Instagram per un po' di tempo. È perché a dicembre è stato diagnosticato un cancro a mio marito, che era già malato da diversi mesi. Ora è in cura allo Sloan Kettering di New York e io vivo in un luogo che ho imparato a chiamare 'Cancerland' – scrisse la moglie in un post sul social network l'11 marzo 2023 – Molte persone hanno varcato i suoi confini, perché sono o sono state malate o perché amano qualcuno, un genitore, un figlio, un coniuge o un amico che ha o ha avuto il cancro. Il cancro è diverso per ogni persona che ne è affetta. Alcune persone sopravvivono e altre muoiono. Questo lo sanno tutti, eppure vivere vicino a questa verità cambia la realtà quotidiana". "L'intimità con un'altra persona non è solo un'esperienza parallela, due linee che si muovono nella stessa direzione ma non si incrociano – continuava la moglie di Paul Auster – È molto più simile a un diagramma di Venn dinamico – se una cosa del genere è possibile – in cui le parti sovrapposte di due cerchi continuano a muoversi e a cambiare nel tempo. Un 'io' e un 'tu' in movimento che è anche 'noi'. Penso che sarebbe terribile essere soli nella Terra del Cancro. Vivere con qualcuno che ha il cancro e viene bombardato con la chemioterapia e l'immunoterapia è un'avventura di vicinanza e separazione. Bisogna essere abbastanza vicini da sentire i trattamenti snervanti quasi come se fossero i propri e abbastanza lontani da essere un aiuto genuino. Troppa empatia può rendere una persona inutile! Questa corda non è sempre facile da percorrere, naturalmente, ma è il vero lavoro dell'amore". L'11 giugno 2023 la moglie tornò a scrivere sul social network: "Sono stata lontana da Instagram per un lungo periodo. Purtroppo a mio marito è stato diagnosticato un cancro a dicembre. Si sta curando ora a New York allo Sloan Kettering. Stiamo vivendo in quella che io chiamo la 'cancerland'. Molte persone hanno attraverso questi confini. O perché erano malati o perché qualcuno vicino a loro, genitori, figli, amici, ha o ha avuto il cancro. Così diverso da qualsiasi persona. I corpi degli esseri umani sono uguali, ma nessuno è simile all'altro. Alcuni sopravvivono, alcuni muoiono. Ma vivere da vicino questa realtà ti cambia la vita di ogni giorno". Il 1 settembre 2023 la moglie aggiornò i suoi utenti su Instagram affermando che Paul Auster "non è ancora uscito da Cancerland" e annunciando anche che nel successivo mese di novembre sarebbe stato pubblicato "un nuovo piccolo romanzo" del marito. Il romanzo era stato terminato mentre era già malato e si intitola "Baumgartner". "E' un libricino tenero e miracoloso", confidava la moglie. "Finora ho taciuto perché il territorio di 'Cancerland' è confuso e insidioso", scrisse Siri Hustvedt. "Il paziente, ed io con lui, viaggiavamo in linea retta su una strada ma poi venivano ritardati e giravano in tondo. Non abbiamo ancora superato il cartello 'Stai lasciando la Terra del Cancro' che segna il confine del Paese". Siri Hustvedt è nata nel 1955 in Minnesota e ha studiato alla Columbia University. Figlia di un professore universitario, dopo aver conseguito un Phd in letteratura inglese, ha abbandonato la carriera accademica per dedicarsi alla scrittura. Con Einaudi ha pubblicato: "Quello che ho amato", "Elegia per un americano", "La donna che trema", "L'estate senza uomini", "Vivere, pensare, guardare", "Il mondo sfolgorante", "Le illusioni della certezza" e "Ricordi del futuro". Nel 2012 ha vinto l'International Gabarron Prize per il Pensiero e le Scienze Umane. "Questa potrebbe essere l'ultima cosa che scrivo". Così lo scrittore statunitense Paul Auster si esprimeva in una lunga intervista al quotidiano londinese "The Guardian" il 19 novembre scorso, vigilia dell'uscita del suo nuovo romanzo "Baumgarten" (in Italia pubblicato con lo stesso titolo da Einaudi martedì 21 novembre 2023). È stato verso la fine del 2022, quando Auster stava terminando "Baumgartner", che iniziò ad avere "misteriose febbri che mi colpivano nel pomeriggio", confidò il romanziere. In un primo momento gli era stata diagnosticata una polmonite, prima di imboccare alcuni "vicoli ciechi" riguardo al lungo Covid e ricevere infine una diagnosi di cancro. "Da allora le cure sono state incessanti e non ho più lavorato. Ho affrontato un rigore che ha prodotto miracoli e anche grandi difficoltà", affermava lo scrittore in quell'ultima intervista. Auster affermò al "Guardian" che "non ci sono mappe e non si sa se il passaporto è valido per uscire da questa terra ignota. C'è però una guida che si mette in contatto proprio all'inizio. Controlla che il nome sia corretto e poi dice: 'Sono della polizia oncologica. Dovete seguirmi'. E tu cosa fai? Dici: 'Va bene'. Non hai scelta, perché ti dice che se ti rifiuti di seguirlo ti ucciderà. Io ho detto: 'Preferisco vivere. Portami dove vuoi'. E da allora ho seguito quella strada". In quell'ultima intervista Paul Auster raccontò che il suo fascino per l'idea di un momento che cambia la vita deriva da un incidente d'infanzia che ha fornito il punto di partenza per il suo precedente romanzo "4 3 2 1" (2017, anch'esso come tutti i precedenti tradotti in italiano da Einaudi). Durante un campeggio estivo, un ragazzo accanto a lui fu ucciso da un fulmine. "È stata l'esperienza fondamentale della mia vita. A 14 anni tutto ciò che si vive è profondo. Sei un work-in-progress – raccontò Aster – Ma essere accanto a un ragazzo che è stato essenzialmente ucciso dagli dei ha cambiato la mia visione del mondo. Avevo dato per scontato che le piccole comodità borghesi della mia vita nel New Jersey suburbano del dopoguerra avessero una sorta di ordine. E poi mi resi conto che nulla aveva quel tipo di ordine. Da allora ho vissuto con questo pensiero. È agghiacciante, ma anche liberatorio. Ti tiene sulle spine. E se riesci a imparare questa lezione, allora certe cose nel mondo sono più sopportabili di quanto sarebbero state altrimenti. Credo che l'impulso a scrivere e raccontare storie sia diverso per ogni scrittore. Ma credo che questa sia l'essenza di ciò che ho fatto in tutti questi anni". —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)