Tempo di lettura: 1 minuto

(Adnkronos) – E' "appena uscito su Nejm" uno studio secondo cui "un farmaco" anti-diabete "della famiglia della semaglutide (quello 'per dimagrire', l'Ozempic) sembra essere utile nel morbo di Parkinson, quando non abbiamo farmaci efficaci nel rallentare la progressione". Si tratta di "dati preliminari", su "pochi pazienti" e di "fase 2, ma molto incoraggianti. Per fare capire bene l'importanza, al momento non abbiamo sostanzialmente farmaci in grado di interrompere la progressione della malattia. Questo sarebbe – se i dati fossero confermati – il primo". Lo sottolinea sui social Roberto Burioni, professore di microbiologia e virologia all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, postando il lavoro pubblicato sul 'New England Journal of Medicine'.  Nel trial, coordinato da Mathieu Anheim dell'ospedale universitario di Strasburgo in Francia, è stato valutato l'effetto della lixisenatide – un principio attivo appartenente alla classe degli analoghi dell'ormone Glp-1, gli antidiabetici a effetto dimagrante – sulla progressione della disabilità motoria in pazienti con Parkinson diagnosticato meno di 3 anni prima, che stavano assumendo terapie per controllare i sintomi della malattia e non avevano ancora complicazioni motorie. Sono stati arruolati 156 partecipanti, assegnati casualmente al trattamento con lixisenatide (78 pazienti) o a placebo (78). Né li autori né i pazienti sapevano chi era stato assegnato a uno o all'altro gruppo.  "Nei partecipanti con malattia di Parkinson in fase iniziale – si legge nelle conclusioni dello studio – la terapia con lixisenatide, rispetto a placebo, ha comportato una minore progressione della disabilità motoria rispetto al placebo, ma è stata associata a effetti collaterali gastrointestinali. Sono necessari studi più lunghi e più ampi – precisano gli scienziati – per determinare gli effetti e la sicurezza della lixisenatide nelle persone con Parkinson". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.