Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – Risolta la questione tempistica, sul rinnovo del vertice Rai la partita è quasi chiusa ma a complicare la quadratura del cerchio aleggia ora il giallo quote rosa. E' infatti ormai data per certa – a quanto apprende l’Adnkronos – l’indicazione di Simona Agnes come presidente e di Giampaolo Rossi come ad da parte di Palazzo Chigi (attraverso l’azionista Mef), mentre sui consiglieri di nomina parlamentare i nomi che sarebbero ormai chiusi sono la riconferma di Alessandro Di Majo (in quota 5 Stelle), la candidatura di Alessandro Casarin (in quota Lega), la riconferma di Francesca Bria o l’arrivo di Chiara Valerio (in quota Pd). L’ultima casella ancora aperta è quella di Fdi, dove il candidato naturale, dopo il ritiro della candidatura di Guido Paglia, sarebbe Mauro Mazza. Il che però porterebbe le quote rosa in Cda a 2 su 7.  Il rispetto delle quote di genere nei Cda (con almeno il 40% di consiglieri donne) non è previsto nella legge sulla governance Rai né nello statuto Rai che si limitano solo a chiedere di favorire l’equilibrio di genere. Secondo alcuni, occorre tener conto però della legge 120 del 2011 che prevede un obbligo anche per le società controllate e partecipate dallo Stato. Il tema è se questa legge si applichi anche alla Rai che ha un regime particolare visto che è una società partecipata ma quattro componenti del Cda su sette sono di nomina parlamentare.  C’è un precedente che potrebbe però andare decisamente in soccorso a Palazzo Chigi e agli sherpa di Fdi che è quello del 2018, quando in un Cda dominato dai gialloverdi vennero nominate solo due donne, Rita Borioni e Beatrice Coletti, con due consiglieri uomini e altri due uomini anche nei ruoli di presidente e ad. Questa tornata avvenne 7 anni dopo la legge del 2011, quindi sarebbe un precedente utile a Fdi per indicare il nome dell’usato sicuro Mauro Mazza, grande conoscitore dell’azienda con una lunghissima carriera Rai alle spalle da Tg2 a Rai1, passando per Rai Sport. Bisognerà vedere se peserà più il curriculum di Mazza o la tendenza rosa. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.