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C’è chi è svenuto sul set, chi è caduto, chi si è trovato con i capelli di un altro colore, chi è finito all’ospedale: gli esordi, le speranze, il successo di 101 artisti del cinema italiano raccontati da loro stessi nel libro di Sergio Fabi, "La prima volta (sul set!)" in libreria uscito qualche giorno fa per Gremese con la prefazione di Carlo Verdone.
Da Laura Chiatti a Luca Argentero, da Christian De Sica a Carlo Verdone, Cristiana Capotondi, Checco Zalone, Ricky Memphis, Monica Bellucci, Raoul Bova raccontano le prime esperienze professionali. ‘Confessioni’ spesso spassose, come il debutto di Asia Argento raccontato da Verdone. «Era ossessionata dall’essere vera, credibile sulla sedia a rotelle di Perdiamoci di vista. E allora chiese di farsi portare a casa una sedia a rotelle per fare delle prove. Un giorno, mentre attraverso via Tagliamento con la moto, vedo una ragazza sulla sedia a rotelle che corre dribblando i passanti. Dentro di me dico: «Poveretta così giovane. Ammazza, però, quanto corre». Guardo meglio e mi prende un colpo: era Asia, con i capelli raccolti, che faceva le prove dal vivo. «Ma che sei matta?» le urlo. E lei: «Mi serve! Soprattutto per capire come mi guarda la gente: tutti troppo gentili e ipocriti». Asia è sempre stata una forza della natura, completamente stravagante ma geniale nel suo coraggio. Forse l’attrice più professionista che abbia mai avuto». Barbara Bouchet vanta un aneddoto con Marlon Brando. «Sul set dei Due seduttori, era la mia prima volta, c’erano tante donne nella scena, sentivo un profumo molto forte, mi sono girata verso le ragazze e ho chiesto ‘chi di voi ha questo profumo che mi ha fatto venire il mal di testa?’ Nessuna di loro ha risposto, dopo un po’ sento una voce ‘io’: era il profumo di Brando, sono rimasta senza fiato, volevo andare sotto un tappeto». La prima volta di Emilio Solfrizzi, attore di Tutti pazzi per amore fu sul set di "Selvaggi" di Carlo Vanzina: fu scambiato per un manovale, gli dissero «Bravo, sei arrivato! Adesso torna indietro a vamme a pijà il cavo azzurro quello più lungo». Solfrizzi racconta di aver fatto il percorso a ritroso «pensando che nel cinema si facesse così: tutti danno una mano a tutti, senza distinzione di ruoli. Mi sembrava anche una cosa bella e giusta. Il cavo pesava almeno trenta chili. Sudavo moltissimo. Quando Vanzina raggiunse il set mi chiamò per spiegarmi la scena che avremmo girato di lì a poco e aggiunse: ‘Come mai sei così sudato?’. …Ricordo perfettamente la faccia del capo elettricista: «Ahò, ma che sei matto! Ma che sei un attore e nun me dici niente? Scusami, è che proprio nun sembravi n’attore Te prego nun lo dì Carlo». Carolina Crescentini dopo una scena di un horror (h2odio di Alex Infascelli) ha cambiato colore di capelli. «Il bello è stato che quel sangue è stato fatto con della vernice diluita, appena finito di girare la scena mi hanno catapultato dentro a una tenda, dove erano presenti le classiche stufe a forma di fungo … La vernice si è cotta sui miei capelli e sono diventata fucsia!».