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Sembrava non voler finire più l’applauso del pubblico del Petruzzelli, ieri sera alla fine della proiezione del film MIA, anteprima internazionale.
Prima della proiezione la consegna del Premio Vittorio Gassman a Fabrizio Gifuni che ha ringraziato il pubblico barese, con il quale si sente a casa visto che a Bari ha presentato diversi lavori teatrali e cinematografici.
E’ seguita la consegna del Federico Fellini Award ad Andrea Leone, produttore di MIA.
A presentare l’anteprima il regista di Ivano De Matteo con tutto il cast.
Cast : Edoardo Leo ( Sergio, il papà), Milena Mancini (Valeria, la mamma), Greta Sgarbi(Mia, la protagonista), Riccardo Mandolini ( il fidanzato, Marco), Melinda De Matteo (Valentina, l’amica), Alessia Manicastri (Anna, l’amica), Giorgia Faraoni (Veronica, altra amica) e infine Vinicio Marchioni.
Tutti belli e affiatati si stringevano in abbracci e si tenevano le mani quasi a voler esprimere l’affetto che li ha legati sul set nel realizzare un lavoro così forte.
Mia, una produzione Lotus Production, una società Leone Film Group con Rai Cinema distribuito da 01 Distribution.
“L’idea di questa storia nasce dalla penna di due genitori, io e mia moglie, che in quanto genitori abbiamo colto il dramma narrato nel film” ha detto Ivano De Matteo, regista del film e ha augurato una buona visione non solo agli spettatori ma anche al suo cast che ieri sera, per la prima volta, ha assistito al film, con il pubblico barese.
MIA è il film che dovrebbero vedere tutti: da quelli che hanno la mania di riprendere e pubblicare sui social qualsiasi cosa bella o brutta ai fidanzatini morbosamente gelosi che rubano alle ragazzine ingenue ogni entusiasmo.
E’ il film che dovrebbero vedere i genitori, i papà, le mamme, ai quali il film ribadisce che con figli non si deve mai mollare anche quando sbattono la porta della loro stanza e si chiudono nel silenzio.
Vediamone la trama.
E’ la storia di una famiglia semplice e felice in cui entra violentemente un ragazzo, un manipolatore, che stravolge la vita di una quindicenne meravigliosa, rendendola un incubo. Quando la ragazza, aiutata dal padre, riesce ad allontanarsi e ricominciare a vivere, il ragazzo decide di distruggerla.
Mia è una ragazzina felice che ama lo sport, ama uscire con le amiche andare alle feste. Mia ha genitori protettivi, affettuosi che la guardano con tenerezza mentre si fa video innocenti in Tik Tok e mette il rossetto rosso per sembrare più bella di quella che è.
Eppure tutto cambia nella sua vita per AMORE, quell’amore tossico che tanto caratterizza la nostra società, quel “troppo” amore che a volte induce ad uccidere o comunque a fare del male.
La vendetta di Marco, il fidanzato è la più subdola: mettere in rete foto e video intimi della ragazza.
Nulla di nuovo direbbe il telespettatore più attento ai fatti di cronaca nera.
Vero. Se non fosse che il film sviscera e ci fa identificare in ogni singolo sentimento di chi è coinvolto in questo genere di Amore.
Il pudore e la vergogna di Mia quando si vede nuda in rete, in foto pubblicate una dopo l’altra, che in un attimo fanno il giro del mondo, anzi dell’etere. Il dolore della madre che si rifugia nei ricordi. La rabbia di un padre che seppure così attento e presente, non è riuscito a preservarla da questa bruttura.
Il film si conclude ahimè con un paradosso della Legge: Sergio in preda alla furia sparerà contro il fidanzato Marco( senza colpirlo), subendo processo e condanna e interdizione dai pubblici uffici.
Marco, nella sua strafottenza di bimbo viziato da padre facoltoso, rimane libero e bello in attesa di giudizio che chissà quando mai avverrà.
Un film semplice senza grandi effetti scenici, ambientato in una Roma per niente scenografica.
L’unico effetto spettacolare di Mia sta tutto nella storia raccontata.
Sta soprattutto nell’amaro che rimane alla fine del film che, si spera, sia un deterrente alla cattiveria, soprattutto fra giovani.
Buona fortuna MIA.
Foto di Raffaella Fasano (riproduzione riservata)
Mia, il film sul revenge porno, in primo piano al Bifest 2023 in proiezione al Petruzzelli. La preziosa presenza di Marcella Squeo di LSD Magazine per cogliere le impressioni del pubblico che diventano un lungo applauso che, dice l’autrice dell’articolo, sembra non finire mai.
Spero che i genitori inducano i figli nei complicati anni dell’adolescenza a ridimensionare questa componente social della loro modalità di rapportarsi ad i coetanei ed a ridimensionare questo esibizionismo a volte spudorato che va a toccare lati sensibili dell’animo umano di chi osserva e provoca reazioni difficilmente prevedibili. Va rivalutata una dimensione più privata della vita che conserva il suo fascino ed il gusto della scoperta e della esclusività del dono di sé a chi ci ama.
È importante raccontare storie come quella di “Mia” attraverso il cinema. Un film può diventare uno strumento diretto ma meno aggressivo dei fatti riportati dalla cronica perché potenzialmente capace di arrivare sia ai ragazzi che ai genitori…tutti i genitori, sia delle vittime che dei carnefici.
Un film che trasmette agli spettatori i gravi problemi della nostra società .Ai genitori disattenti…..apre gli occhi sul grande problema degli amori tossici che provocano grandi problemi esistenziali a chi li subisce.
Non ho visto il film ma dopo questo articolo mi è venuta una gran voglia di andare a cinema appena sarà in programmazione. Grazie LSD e ai suoi collaboratori
Cosa mi sono persa! Argomento quanto mai importante da trattare…purtroppo.
Grazie Marcella.