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Il progetto musicale BUG – Black Urban Grooves – collaudato e innovativo serbatoio culturale pugliese propone una nuova ed interessante sfaccettatura di quella black music che ha conosciuto tra la metà degli anni settanta e l’inizio degli anni novanta il suo massimo picco: non solo le sonorità soul, funky, r’n’b’, hip hop e bossanova ma anche gli straordinari “contenitori” che al tempo hanno racchiuso i dischi in vinile.
E’ in scena sino al 20 marzo, tutti giorni dalle 17,30 alle 24,00 (mercoledi escluso) presso il “2aCLASSE” di Bari una mostra permanente dal titolo “Black Covers”, inedito e piacevole evento ideato da Black Vibrations e dall’associazione culturale “Mentelocale” ; aperta gratuitamente al pubblico – la rassegna – offre la opportunità di un viaggio affascinante tra le copertine più belle dei dischi che hanno fatto la storia della musica black.
La storia del vinile, meglio conosciuto con il nome di LP, nasce negli Stati Uniti nel 1948 come naturale evoluzione del suo predecessore disco a 78 giri; una piastra circolare incisa a partire dal bordo esterno con un solco a spirale per la riproduzione dei suoni. La qualità del vinile era racchiusa nella possibilità di rimpicciolire i solchi e abbassare il numero di giri per minuto portandoli a circa 33 e garantendo in questo modo una maggiore durata di ascolto che arrivava a 30 minuti circa per facciata nel Long Playng, appunto.
Ma la singolarità che riesce spesso ad evocare il mito del caro e vecchio “33 giri” mandato in pensione dal supporto digitale stava nella sua cover ovvero nel contenitore che spesso riusciva a raccontare le emozioni del disco agli occhi dell’ascoltatore; una peculiarità che non siamo stati più in grado di recuperare nel compact disc.
Una forma di arte quale poteva essere un disegno arci noto, una stampa, una foto d’autore ha lasciato spazio ad un freddo opuscolo in carta patinata.
Le copertine dei dischi in vinile, gli stessi dischi vivono oggi un momento di grande ritorno; quota parte legata alla prepotente rinascita del vintage in ogni sua forma e dimensione; gran parte legata alla sostanza artistica.
La mostra presente al “2aCLASSE” ci fa capire come alcune copertine, soprattutto nel filone della black music, siano state e siano ancora oggi delle icone iper ricercate; basti pensare ad alcune cover degli LP di Miles Davis, una delle quali – bellissima – presente in rassegna con un fronte retro a vista spettacolare.
L’universo del collezionismo – di cui mi danno cenno gli organizzatori Dj Argento e Vito Santamato – è in tal senso molto più che vivo; in tutto il mondo esistono mercati specializzati di settore e Fiere ad hoc; solo in talia – mi ricordano – gli appuntamenti di Napoli e Milano – ne sono audaci rappresentanti.
E se abbiamo ragione di credere che sia intramontabile quella musica black che fa vibrare i nostri cuori – e vi assicuro lo è – una visita in questo macrocosmo fatto non di immagini ma di piccoli grandi contenitori d’arte è d’obbligo.