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Bethan Huws
sviluppa da vent’anni un’opera multiforme (film, scultura, installazione, acquerello…) presentata nelle istituzioni e negli spazi d’arte contemporanea più prestigiosi a livello internazionale come la Kunsthalle di Berna nel 1990, la Kunsthalle di Düsseldorf nel 2003, la Tate Modern nel 2004, il Museum Serralves a Porto nel 2009. Una sua mostra è ora alla Whitechapel Gallery di Londra.
All’interno del Centre international d’art et du paysage e nel bosco di sculture dell’îsola di Vassivière, dal 13 marzo al 19 giugno 2011, l’artista gallese intreccia le sue fonti di ispirazione per dar vita alla sua prima mostra personale in Francia, dopo più di vent’anni di residenza a Parigi, intitolata Black and White Animals. I ricordi della sua infanzia si mescolano all’esperienza del Plateau de Millevaches, dove sta lavorando a un film, commissionatole dal Ministero della Cultura per l’associazione delle istituzioni d’arte contemporanea del Limousin, 5,25. La sua presenza nella regione del Limousin, successivamente alla mostra a Vassivière, si prolungherà durante l’estate con la presentazione dei suoi film al Frac Limousin.
In Black and White Animals, le citazioni a opere e giochi di parole umoristiche creano nel paesaggio dell’isola una poesia inattesa per il visitatore, anche per coloro che sono abituati all’atmosfera di Vassivière. Proponendo una lettura ironica dell’opera di Marcel Duchamp, figura emblematica del XX secolo, con l’uso degli oggetti decontestualizzati, la mostra propone una riflessione sul linguaggio e sui diversi livelli di significato e di comprensione. Le opere si presentano agli occhi del visitatore come altrettante chiavi di lettura della storia dell’arte contemporanea.
Il giorno dell’inaugurazione, il 12 marzo per tutta la giornata, Bethan Huws dà vita a Black and White Animals: un tableau vivant effimero, creato per dare l’illusione di un’immagine in bicromia che prende vita nel paesaggio. La performance animaliera è costituita da animali familiari e esotici, per produrre una scena intrigante e sorprendente per i visitatori, per dare vita a un’immagine irreale e incongruente. Prima sala della mostra, il faro, è un invito all’esplorazione degli altri spazi del Centro d’arte, attraverso l’opera intitolata Etant donnés, costituita da un braccio levato che regge una lampada a gas e che illumina con la sua fiamma l’interno oscuro della torre circolare di Aldo Rossi, come una sorta di guida che indica invano una via senza uscita. Il braccio esce surrealisticamente dalle mura del faro.
La navata del Centro d’arte ospita Forest, una foresta di scolabottiglie che evoca sia il ready-made che la topografia dei boschi di conifere dell’isola di Vassivière. Attraverso la moltitudine di scolabottiglie, l’artista intende ricreare un paesaggio che si fa ritratto di Vassivière e cronaca della sua storia e del bosco di sculture. L’insieme così costituito appare al visitatore come una passeggiata nel cuore della storia dell’arte e di un bosco oscuro che può attraversare grazie alla luce proiettata dalle opere. Un contrasto si crea con le Rush boats presentate nell’atelier, centinaia di piccole barche di canne, realizzate dall’artista dal 1983. I suoi ricordi d’infanzia nella campagna gallese alimentano la sua opera come una fonte d’ispirazione di primaria importanza. Le piccole imbarcazioni realizzate con i gesti trasmessi dalla nonna e da altre persone della sua famiglia, assumono, grazie alla loro storia e fragilità, una connotazione particolarmente struggente, tessendo al contempo un dialogo perfetto con il luogo e le sue componenti: il lago, la natura e la carena della barca dell’edificio di Aldo Rossi. Nella sala degli studi, l’artista propone un atelier ideale di oggetti raffinati, forse personali o recuperati. Sebbene tutte queste realizzazioni siano spesso una citazione dell’opera di Duchamp e si inscrivano nella sua continuità, esse aprono una riflessione sull’arte in sé e sul ruolo dell’artista nella società. Bethan Huws rifiuta un’arte puramente visiva ed elabora, attraverso le sue sculture, una riflessione sul limite che separa l’arte dalla vita quotidiana.
Lo spazio del piccolo teatro viene aperto dall’artista, alla parola. Word vitrines è un’opera composta da citazioni, frasi e commenti anodini che fanno trasparire la spiritualità delle parole dell’artista e la sua ironia linguistica. Le vetrine informative di aspetto industriale, accolgono delle frasi che mescolano tra loro diverse fonti, quelle dello spettatore e quelle della storia dell’arte. È quello che avviene normalmente nella nostra vita quotidiana, a nostra insaputa, ripetere delle immagini e delle frasi prese in prestito dalla storia dell’arte. Così, At the base propone un dialogo diretto con il visitatore. Con Et Duchamp? c’est un trou normand, l’artista gioca sull’omofonia franco-inglese delle parole «trou» e «true», evocando allo stesso tempo le origini normanne di Marcel Duchamp.
Sempre alla ricerca di strette relazioni tra le opere e l’ambiente, Bethan Huws mette dei Perroquets nella foresta: tre porta abiti di bronzo che si fondono in un paesaggio di immensi alberi vertiginosi, grazie alla loro patina che ne evoca la corteccia. Giocando con il linguaggio, così come con il contesto, Bethan Huws sottolinea che questo modello di porta abiti viene chiamato, nella sua versione comune, «albero». In questo modo, l’artista opera uno slittamento semantico dove l’oggetto trova spazio in un contesto differente ma pertanto giustificato dalla sua denominazione e non più dalla sua funzione.
Poetica e meticolosa, la mostra Black and White Animals pensata per Vassivière diventa il campo della relazione tra l’artista e lo spettatore. Con le parole di Bethan Huws «Un’opera d’arte è fatta solo di una cosa: una persona».

Il Centre international d’art et du paysage beneficia del finanziamento del Ministère de la culture et de la communication/Drac Limousin e del Conseil régional du Limousin.
Black and White Animals riceve il sostegno del Syndicat mixte «le Lac de Vassivière», Mademoiselle bio e Pro Natura. La mostra rientra nel progetto ARTools finanziato dalla Commissione europea.

Centre international d’art et du paysage
Ile de Vassivière – 87120 France
www.ciapiledevassiviere.com
Aperto dal martedì al venerdì dalle ore 14 alle ore 18; il
sabato e la domenica dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore
14 alle ore 18

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.