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Alex Boyd è un artista che attualmente risiede a Glasgow, in Scozia, noto principalmente per il suo lavoro di panorama figurativo.
Dal 2007 Boyd si e’ concentrato su una serie fotografica intitolata ‘Sonnets’, ispirata da Edwin Morgan, poeta nazionale della Scozia, il quale ha personalmente contribuito al progetto di Boyd.
I ‘Sonnets’ sono stati esposti in Italia e in Europa, in particolare si ricorda la mostra all’interno del Parlamento di Scozia, nonché il Parlamento Europeo di Bruxelles e le immagini di 84 metri proiettate sul più grande edificio d’Europa – il Palazzo del Parlamento di Bucarest.
Le immagini ritraggono paesaggi scozzesi come Glencoe e l’Isola di Skye, luoghi identitari della storia scozzese. Le fotografie ricordano le rappresentazioni pittoriche di Caspar David Friedrich.
Boyd è stato insignito di numerosi premi e riconoscimenti come il Premio Dewar 2010, il Scottish Art Fund Award, il Premio Toscana, oltre ad essere stato finalista del Renaissance Art Prize 2010, e attualmente finalista dell’ Accademia Apulia Art Award.
Che tipo di attrezzatura usa?
Uso una varietà di pellicole e digitale. Per il digitale uso una Canon 5D Mk II, così come vari modelli di Nikon, con una selezione di filtri. Per i film, uso una Hasselblad 500 fotocamera, così come una Mamiya 645. Attualmente sto cercando di usare i grandi formati e spero di poter acquistare una macchina fotografica dell’epoca vittoriana. Nel frattempo mi sto facendo costruire una macchina fotografica fatta solo per le mie esigenze tecniche.
Qual è la parte più impegnativa della sua professione?
Penso che una delle cose più difficili in fotografia e’ fare qualcosa fuori dal normale. Ritengo sia fantastico che molta gente oggi ami la professione di fotografo, ma allo stesso tempo penso e’ necessario avere una visione personale affinché le immagini possano distinguersi. Ritengo inoltre che la fotografia nel Regno Unito non è ancora così apprezzata come forma d’arte come in Germania o in America del Nord. Eventi come il Premio Accademia Apulia Art Award aiuta a correggere questo squilibrio.
La sua recente serie fotografica, ‘Sonnets’, è stata ispirato dal lavoro di Edwin Morgan, il primo poeta nazionale della Scozia. In che modo il poeta ha contribuito al progetto?
A parte il nome della serie, che proviene dal suo libro ‘Sonnets from Scotland’ del 1984, Edwin Morgan mi ha aiutato ad apprezzare la profondità e la vitalità della storia e cultura scozzese che mi ha portato a visitare i luoghi descritti nelle sue poesia, come l’isola di Hoy nell’estremo nord della Scozia.
Ho anche lavorato con lui per un’installazione artistica a Londra dove ha scelto le poesie che riteneva più importanti per il pubblico, come per esempio ‘La moneta’, in cui si celebra la Scozia come Repubblica indipendente.
Eddie ha incoraggiato artisti, poeti e fotografi, me compreso, fino alla morte.
I ‘Sonnets’ sono rappresentati da viste mozzafiato delle Highlands scozzesi, in cui e’ sempre presente una figura maschile "Henning" con le spalle all’obbiettivo. Chi è ‘Henning "?
Henning è un grande amico, tuttavia nelle immagini dei ‘Sonnets’ egli assumi diversi ruoli. Non solo fa da scala a questi vasti paesaggi, agisce anche come un punto di riferimento che invita lo spettatore ad interagire con la scena. Inoltre Henning e’ un racconto silenzioso delle immagini, un senso di mistero e ambiguità.
Che cosa cerca in un luogo?
Per la serie dei ‘Sonnets’ cerco luoghi che rappresentano la cultura popolare della Scozia, come Glencoe e l’Isola di Skye, che malgrado siano stati usati fin troppo in passato per riprodurre cartoline, i ‘Sonnets’ intendono offrire una nuova interpretazione, quindi una visione personale.
C’è un fotografo passato / presente che ammira in particolare?
Ammiro il lavoro di Edward Steichen, Francesca Woodman, Wynn Bullock e l’onestà e la semplicità dei ritratti di August Sander. Cosi pure i contemporanei Kerik Kouklis, Bill Schwab, Sally Mann e Chris Friel sono sempre una grande fonte di ispirazione.
Comunque Wynn Bullock e’ colui che piu’ ammiro. Wynn mi e’ stato presentato dal mio amico, mentore e collega fotografo Carl Radford – le sue immagini sono tra le piu’ affascinanti che abbia mai visto.
Qual è stato il momento più gratificante della tua carriera?
Ho avuto una carriera relativamente breve, tuttavia la mostra presso il Parlamento scozzese è stata una fonte di orgoglio personale, come lo è stato il giorno in cui ho mostrato ad Edwin Morgan il mio lavoro per la prima volta.
Così pure quando nella vastità di Piazza dell’Università a Bucarest, circondato su tutti e quattro i lati da proiezioni di 84 metri delle mie immagini, sul Palazzo del Parlamento e’ stata un’esperienza surreale e gratificante, ma anche il coronamento di un duro lavoro.
Qual è il tuo prossimo sogno?
Vorrei esporre più ampiamente in America, e attualmente ci sono anche possibilita’ di esporre in Giappone. In primo luogo, vorrei sviluppare ulteriormente le mie idee fotografiche, in particolare la rückenfigur. Mi piacerebbe anche visitare l’Islanda, la Norvegia e il Circolo Polare Artico.
Cosa consiglia ai dilettanti che vogliono diventare fotografi professionisti?
Credo che i fotografi devono essere onesti con se stessi e capaci di individuare i propri punti di forza e punti deboli per poter quindi migliorare. Nessun fotografo sa tutto, e nessuno è troppo vecchio per imparare qualcosa di nuovo. Penso che se dovessi un giorno sentirmi completamente soddisfatto delle mie immagini senza essere aperto al feedback , penso che sarà quello il giorno in cui dovrò smettere. Penso anche che e’ importante seguire il proprio cammino, e che i sogno non si realizzano sempre attraverso istituzioni o scuole d’arte.