Tempo di lettura: 2 minuti
Con «Ricoveri virtuali e sexy solitudini», ottavo album della loro carriera, i Marlene Kuntz sembrano voler dimostrare l’importanza dei dettagli. Sotto la regia di Howie B., che firma la produzione artistica, hanno costruito un sound curatissimo, pieno di echi sorprendenti. «Howie B., che ha lavorato con U2, Bjork e Tricky ha dimostrato di essere un produttore intelligente perchè non ha cercato di spiegare ai Marlene Kuntz come devono suonare, ma piuttosto ha subito condiviso l’idea di cercare il calore del suono – spiega Cristiano Godano, voce, chitarra e autore dei testi della band – Lui è interessato a dare groove alla musica, che per noi non è un concetto legato al ballo quanto alla sensualità e all’energia. Howie B. è un artista che, come noi della band, cerca di portare nei dischi di oggi suoni e idee di un modo di fare musica legato ai grandi album del passato, un modo di lavorare e di suonare che sta scomparendo». L’obiettivo è stato raggiunto curando i dettagli. «Sono convinto che l’opera d’arte sia frutto della cura dei dettagli – racconta Godano – Howie B. ha lavorato molto sulla cura dei particolari, dandomi anche suggerimenti sul modo di cantare alcune parti». «Ricoveri virtuali e sexy solitudini» mette in scena una serie di riflessioni ispirate dal mondo virtuale, dalla solitudine di chi ha rapporti solo attraverso il computer all’aggressività dei commenti di chi partecipa ai Forum, dal senso di inadeguatezza che coglie chi si confronta con una realtà difficile da condividere, il punto di vista di un artista, la possibilità di una rinascita, il prototipo dell’idiota che popola la realtà che fa sentire inadeguati. Il brano scelto per la programmazione radiofonica è «Paolo anima salva». «Quando ho pensato a questa canzone non avevo intenzione di citare De Andrè – spiega Godano – Volevo solo raccontare il disorientamento di un’anima sensibile, e probabilmente non un ragazzino, di fronte alla nostra realtà. Credo che il commento migliore sia in una frase di Douglas Coupland, l’autore di ‘Generazione X’ che ha scritto che alla fine siamo tutti nodi di una Rete e che è inutile illudersi di sfuggire a questa realtà». Il brano «Pornorima» invece si scaglia contro «i farisei dell’indie rock» con una bruciante allusione al fatto che ad artisti alternativi americani (Trent Razor) sia permesso di usare espressioni sessuali ai limiti del porno. «Ce l’ho con quel tipo di fan che desidera che lo cose non cambino mai, un atteggiamento che finisce per essere conservatore – dice Godano – Il duro e puro non sa cogliere le cose con leggerezza che è l’unica cosa che ti arrivare all’anima delle cose. Quanto a Trent Raznor è proprio così: ai suoi fan piace che canti versi così espliciti».
A «Ricoveri virtuali e sexy soltudini» è legato un progetto di arte visiva. «I Masbedo, che sono un duo di visual artisti milanese con cui avevamo già collaborato, ha realizzato un cortometraggio di 20 minuti, girato in Islanda, che lega insiem quattro canzoni: ‘Un piacere specialè, ‘Io e mè, ‘Paolo anima salvà e ‘Vivò – conclude Godano – E’ un microracconto realizzato con l’approccio e lo stile di due video-artisti, un racconto insolito che illustra bene le suggestioni dei testi».