La filiera edile scende in piazza. Venerdì 18 febbraio, alle ore 10, in piazza Prefettura, imprese, professionisti e committenti si riuniranno in una protesta civile con l’obiettivo di accendere i riflettori sul alcune tematiche.
In particolare, la filiera edile, chiede al Governo l’abolizione dell’articolo 28 del decreto legge del 27 gennaio 2022 n.4 Sostegni-Ter, maggiore celerità nei tempi di liquidazione dei crediti fiscali, il rafforzamento del settore edile con incentivi riguardanti i bonus fiscali con delle regole semplici, definite e antifrodi e, infine, di evitare il blocco dei cantieri al fine di salvaguadare un milione di posti di lavoro creati grazie ai bonus fiscali.
In prima fila gli edili Luciana D’attolico, Francesco e Lorenzo Ranieri, Tommaso Galtieri.
“Oggi – scrivono – assistiamo a cantieri bloccati, imprese ce non riescono a monetizzare crediti d’imposta maturati nei mesi scorsi, cittadini che rischiano di perdere benefici fiscali per lavori che forse non saranno mai ultimati, possibili contenziosi civili tra imprese e cittadini, imprese e banche, cittadini e Stato” – hanno sottolineato evidenziando il rischio che corrono alcune aziende che “nel giro di pochi mesi saranno costrette a chiudere, licenziare o mettere in cassa integrazione i propri dipendenti perché stritolate dagli impegni economici presi senza alcuna certezza”.
“Non possiamo accettare – hanno detto infine – che si generalizzi buttando fango su una categoria senza dire che tra noi prevalgono gli onesti. Noi siamo il motore del paese, esausti e preoccupati perché vediamo il nostro futuro a rischio. Basta con lo stereotipo dell’imprenditore edile ladron che approfitta dei bonus per truffare lo Stato e gli italiani, basta con la storia che i bonus edilizi hanno portato solo truffe e sprechi di denaro pubblico” – concludono.
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