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Un particolare impegno di Sensoworks (www.sensoworks.com), la startup italiana specializzata in monitoraggio infrastrutturale supportata da piattaforme multilivello, è rivolto alla transizione ecologica ed allo sviluppo economico sostenibile, con l’obiettivo di cogliere anche le opportunità che si andranno a creare con i 100 obiettivi di target del PNRR, accelerando i progetti già in essere in merito alle «Sensoworks Smart City», in vista del target “transizione ecologica” del PNRR.
Dopo avere concluso con successo un fundraising che ha portato —lo scorso dicembre— a raccogliere fondi per oltre 500 mila euro, l’anno nuovo 2022 si avvia così in grande stile per l’azienda romana già attiva con progetti anche all’estero, dalla Francia agli Stati Uniti passando per l’Olanda.
Nonostante sia giovane, la startup è solida e può vantare partnership strategiche e tecnologiche con primarie realtà della system integration italiane ed internazionali, tra le altre GreenVulcano Technologies (www.greenvulcano.com), produttori di sensoristica intelligente e società specializzate in domini verticali specifici.
Dietro alla straordinaria velocità di crescita dell’azienda si cela lo «Startup Studio» “prodotto” dalla Alan Advantage (www.alanadvantage.com) allo scopo di facilitare la costruzione di startup seriali, abbinando idee di business già convalidate con il miglior talento imprenditoriale in grado di realizzarle.
«La spinta indotta dal PNRR verso percorsi di transizione ecologica ci consentirà di accelerare maggiormente sugli aspetti “green” delle smart city, dando spazio a nuovi servizi condivisi ed a modelli di consumo sempre più etici e circolari, ormai imprescindibili se si vuole salvare il Pianeta» sottolinea Niccolò De Carlo, ceo e co-fondatore di Sensoworks.
«Se non si interverrà rapidamente per limitare le emissioni —e qui il contributo delle smart city sarà cruciale— l’impatto del riscaldamento globale sarà infatti devastante» aggiunge Niccolò De Carlo riferendosi all’ultimo rapporto stilato su questo tema dalla World Meteorological Organization (WMO), l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, secondo la quale «la temperatura media globale della Terra entro 5 anni è destinata a salire di 1,5°C, con un 40% di probabilità che si possa raggiungere temporaneamente un innalzamento del medesimo valore in almeno uno dei prossimi 5 anni».
Insomma, è possibile ed anche probabile che uno dei prossimi anni diventi il più caldo in assoluto degli ultimi 200 anni. Gli analisti del WMO hanno preso come termine di confronto i dati del 2020, quando la temperatura media globale è stata di 1,2 °C sopra la soglia del periodo pre-industriale, evidenziando importanti segni di cambiamento climatico come l’innalzamento del livello del mare, lo scioglimento dei ghiacci ed eventi ancora più estremi.
«Queste non sono più semplici statistiche: l’aumento delle temperature implica una maggiore quantità di ghiaccio che si fonde, un livello del mare più alto, maggiori ondate di calore ed altri fenomeni meteorologici estremi, con gravi impatti sulla sicurezza alimentare, sulla salute, sull’ambiente e sullo sviluppo sostenibile» ha commentato Petteri Taalas, segretario generale del WMO.
«Il mondo si sta avvicinando —aggiunge De Carlo— a mancare l’obiettivo cui aspirava l’accordo di Parigi sul cambiamento climatico. È quindi assolutamente prioritario accelerare gli impegni per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e raggiungere la carbon neutrality, trasformando completamente il nostro stile di vita ed i nostri modelli produttivi e di consumo».