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La prima voce di costo delle società sportive sono le retribuzioni dei tesserati (calciatori, allenatori, direttori sportivi). Il dato generale è che il monte stipendi lordo dei soli calciatori di Serie A (stagione 2019/2020) è di 1,36 miliardi, non equamente distribuiti: quasi 300 milioni per la Juventus, tra 120 e 140 per Inter e Roma, 115 per il Milan e 100 per il Napoli. Le restanti squadre tutte sotto i 100 milioni: dai circa 70 della Lazio sino ai 25 dell’Hellas Verona.
La reazione delle società di calcio alla Pandemia
Dagli sconvolgimenti causati dalla situazione di emergenza sanitaria da Covid-19 che ha sconvolto tutto il mondo e ha messo in ginocchio l’economia, è emerso che la riduzione degli stipendi dei calciatori potrebbe essere determinante per salvare le società di calcio dal rischio di default e, di conseguenza, anche il posto di lavoro dei dipendenti non tesserati (che rappresentano la maggior parte). Una riduzione media anche solo del 20% farebbe, infatti, risparmiare alle società circa 300 milioni di euro. Come agiscono le società? Con una sorta di soluzione di investimento che permette di mitigare le oscillazioni di mercato e, dunque, l’incertezza economica causata da un periodo simile, proprio come accade per gli investitori quando scelgono di mettere in atto un Piano di accumulo capitale.
Così, dopo che ad aprile l’assemblea della Lega serie A scelse, all’unanimità, di effettuare un taglio sui compensi a calciatori, allenatori e tesserati, si è aperta una lunga discussione tra i vari club. Ad oggi, il settore è in notevole affanno, sia per la gestione che per il pagamento degli stipendi, infatti sono ben cinque i club, Napoli, Lazio, Benevento, Genoa e Sampdoria, che entro il 1° dicembre hanno dovuto versare le ultime tre mensilità per evitare penalizzazioni. Il Napoli, ad esempio, ha trovato un accordo di massima con i giocatori che riceveranno gli stipendi dei primi due mesi della nuova stagione spalmati su quelli dei prossimi dieci mesi. De Laurentiis ha proposto ai giocatori e allo staff tecnico la dilazione dei due mesi estivi.
Non solo in Italia
La Serie A continua a fare i conti con il Coronavirus e con le scadenze che incombono: tocca tirare la cinghia per evitare guai. Ma non solo in Italia. Anche in casa Real Madrid è tornata al vaglio l’ipotesi del taglio stipendi. Inutile sottolineare come, tale decisione, sia figlia delle forti difficoltà economico-finanziare portate dalla pandemia internazionale.
Tuttavia, i mancati introiti dello stadio, parallelamente a quelli dei diritti tv, hanno portato a profonde riflessioni anche in Spagna. Stando alle indiscrezioni, vi sarebbe già un accordo tra club e atleti del Real Madrid che, come anticipato, ridurranno i propri stipendi del 10%. Una mossa necessaria per sostenere il club e, ovviamente, coadiuvarlo in una fase delicata per tutte le imprese di ogni settore. Il calcio, certamente, non ha fatto eccezione.