Tempo di lettura: 3 minuti
L’emergenza abitativa e gli sfratti a Bari ed in tutta la Puglia non hanno tregua, anzi, sono in continuo aumento, questo in sintesi quello che ci dice Nicola Zambetti, segretario regionale del Sunia (Sindacato Unitario Nazionale inquilini e assegnatari) intervistato da LSD Magazine.
Com’è la situazione in Puglia ed in particolare a Bari sugli sfratti?
Gli sfratti sono in aumento soprattutto le convalide per finita locazione. Si sfratta per trasformare l’alloggio in b&b o locazione breve. la popolazione pugliese di riduce, i comuni si spopolano, lo sfitto aumenta le città diventano sempre più accessibili a famiglie con redditi medio alti. In tutti i capoluoghi di provincia le famiglie in locazione vengono sfrattati ed i proprietari utenti degli alloggi hanno difficolta a pagare i servizi ed a fare le manutenzioni. Il Governo non finanzia da due anni il fondo integrazione affitto e cosa che confermerà con la prossima finanziaria. In Puglia sono oltre 30 mila le famiglie che hanno chiesto in passato il fondo di sostegno alla locazione a Bari oltre 3 mila. a Bari, come in molte città, il mercato dell’affitto non c’è più e le famiglie di pensionati o lavoratori, in particolare quelli più poveri che sono quelli che danno i servizi ai turisti, pur disponibili a trasferirsi nei comuni vicini non trovano alloggi in locazione a canone adeguato al loro reddito. Spesso non basta fare delle rinunce per pagare l’affitto.
Cosa chiede Sunia agli organi competenti per poter risolvere il problema?
Il Sunia da tempo chiede al governo un piano casa nazionale con investimenti annuali per riqualificare il patrimonio pubblico. In Italia ci sono migliaia di alloggi di edilizia pubblica non assegnati quanto necessitano di manutenzioni e messa in sicurezza. In puglia sono oltre mille a bari 200 circa. È necessaria una legge quadro nazionale di riordino degli enti gestori di edilizia pubblica. 20 regioni, 20 leggi diversi con diritti diversi dei lavoratori e degli assegnatari.
Anche la regione deve dotarsi di un suo piano casa con risorse regionali. Il Sunia da sempre chiede che la regione destini almeno il 2% bilancio alla edilizia pubblica. i sindaci da soli non possono affrontare il disagio abitativo senza una intervento del Governo e delle regioni ma devono però meglio controllare il patrimonio pubblico e avere graduatorie pubbliche aggiornate per assegnare gli alloggi di edilizia pubblica che si liberano. In Puglia vi sono circa 60 mila alloggi pubblici 8% si libera ogni anno a seguito di decessi o rinunce degli assegnatari che non vengono riassegnati in quanto necessitano di interventi di manutenzione o perché la graduatoria comunale non è aggiornata.
Avete nel prossimo futuro un incontro con le amministrazioni comunali e regionali per avere delle risposte concrete?
Il ministro Salvini non ha mai ricevuto i sindacati inquilini è assente su questi temi fa annunci e non indica come utilizzare i 1381 milioni che la commissione europea ha messo a disposizione dell’Italia per la riqualificazione energetica del patrimonio pubblico. Abbiamo chiesto incontri e risposte alla regione puglia che non arrivano e siamo in attesa di incontrare il nuovo sindaco di Bari Vito Leccese.
Cosa accadrà se non si interviene tempestivamente?
Il Sunia ha presentato al Senato ed alla Camera dei deputati una petizione popolare sottoscritta da 50 mila cittadini che attende di essere messa all’odg come previsto dai regolamenti parlamentari.
Il diritto all’abitazione non può essere la cenerentola dei programmi di governo e delle regioni. Bisogna smetterla di parlare di casa solo in alcuni momenti: bisogna programmare interventi pubblici per alloggi in locazione. Non nostro paese vi è una forza lavoro non utilizzata perché non ci sono case in affitto a canone sostenibile. Si sono accorti di ciò anche gli industriali e alcune amministrazioni comunali che perdono lavoratori qualificati per mancanza di alloggi.
In foto Nicola Zambetti segretario regionale del Sunia (Sindacato Unitario Nazionale inquilini e assegnatari)