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Apollo 11 è stata la prima missione che ha permesso ad un uomo di andare sulla Luna e in seguito di ritornare sulla Terra. Il 20 luglio 1969, due dei tre astronauti di Apollo 11, il comandante Neil A. Armstrong ed il pilota del LEM Eagle (Lunar Excursion Module) Edwin E. Aldrin Jr. abbordano “il mare della tranquillità”, mentre Michael Collins restava nel modulo di servizio in orbita Columbia attorno alla Luna. Durante il loro soggiorno sulla Luna, i due astronauti hanno realizzato alcune esperienze scientifiche, fatto fotografie e raccolto campioni del suolo lunare per poi ripartire il 21 luglio e raggiungere il modulo rimasto in orbita.
Dopo un lancio riuscito tramite un Saturne 5 SA-504, realizzato da Wernher von Braun, il 16 luglio 1969 alle ore 8.32 del mattino in Florida (le 15.32 in Italia) dalla base spaziale Kennedy. La massa totale del razzo di lancio era di 28.801 chilogrammi.
Il 19 luglio, Apollo 11 raggiungeva l’orbita della Luna, e dopo il sorvolamento della sua faccia nascosta, l’equipaggio si preparava agli ultimi check-up. Il 20 luglio alle 19.47 (ora italiana), il LEM si staccava dal Columbia. Dopo un’ultima ispezione visiva di Collins, i motori del LEM azionavano quest’ultimo in direzione del suo obiettivo finale. Due ore più tardi iniziò la discesa che non pose problemi finché il LEM non si trovò in vicinanza del suolo. A quel punto, il fiume di dati raccolto dagli strumenti andò a saturare il computer di guida, che pare avesse una memoria di soli 37K, indicando sul display prima il problema di sistema 1202 e successivamente il problema 1201. Ma dalla base spaziale Kennedy arrivava comunque l’ok a procedere e Armstrong assumeva il governo del modulo, guidandolo manualmente, anche per evitare delle impreviste asperità del suolo. E finalmente annunciava: «Qui base della Tranquillità, l’Aquila è atterrata». Il viaggio era durato 102 ore, 45 minuti e 42 secondi.
Il 21 luglio resterà una data incisa nella memoria di molte persone. Alle 04:54 ora italiana Neil Armstrong diventa il primo uomo sulla Luna: “One small step for man. One giant leap for mankind” e non “One small step for a man. One giant leap for mankind”, come Armstrong avrebbe voluto dire “È un piccolo passo per un uomo, ma un grande passo per l’umanità„, le sue prime parole. 18 minuti più tardi lo raggiungeva Aldrin, che prima di toccare il suolo rimane per qualche attimo attaccato alla scaletta con la gamba sinistra sospesa. A distanza di anni rivelerà che in quel momento si era fermato un istante per problemi fisiologici.
Gli astronauti hanno utilizzato molti strumenti scientifici, tra cui un sismografo ed un apparecchio offerto dalla Svizzera per la misurazione il vento solareEdwin “Buzz” Aldrin
Originario del New Jersey, “Buzz„ (così lo chiamavano le sorelle da ragazzino), è passato per la prestigiosa accademia militare americana di West Point, nello stato di New York. Sarà in seguito integrato all’aviazione militare US come pilota. Partecipò alla guerra della Corea nel 1950, nel corso della quale effettuò 66 missioni di combattimento. Di ritorno negli Stati Uniti, prende un dottorato in astronautica all’MIT (Massachusetts Institute of Technology). Nel 1969, prima della missione Apollo 11, effettua una prima missione in orbita come membro dell’equipaggio di Gemini 12. Caduto in depressione dopo la missione, il suo principale impegno oggi è quello di promuovere il turismo spaziale partecipando alle varie iniziative che lo propongono.
Michael Collins
Nato nel 1930 a Roma, in Italia, da genitori americani (suo padre era soldato), Michael Collins non metterà mai piede sulla luna: resta in orbita lunare nel modulo Columbia durante tutta la durata della missione dei suoi colleghi. Anche lui è un pilota militare, e seguì corsi di pilotaggio anche alla Nasa. Inizialmente, lavorò per il programma Gemini ed effettuò una missione in orbita nel 1966 (Gemini 10), durante la quale effettuò due uscite nello spazio in scafandro. Collins avrebbe dovuto partecipare alla missione Apollo 8, ma un’ernia diagnosticata tardi richiese un intervento chirurgico. Perfettamente rimesso dopo l’intervento, fu scelto da Armstrong per accompagnarlo nella missione Apollo 11. Nel 1985 lascia ogni incarico per dedicarsi ad attività personali. Tra questo una spicca in particolare: Mike ha sempre amato scrivere e numerosi sono i suoi libri. Forse il più interessante è la sua autobiografia, «Carrying the Fire: An Astronaut’s Journeys» uscito nel 1974.
Neil Armstrong
Il comandante della missione Apollo 11 è stato il primo essere umano a porre piede sulla Luna. È la sua passione per tutto ciò che vola che lo ha portato a realizzare questa passeggiata eccezionale. Nato nel 1930 nella città di Wapakoneta nell’Ohio, dopo studi di ingegneria aeronautica all’università di Purdue nel Indiana ed all’università di California, serve nell’esercito americano come pilota. Anche lui partecipa alla guerra della Corea nel 1950, nel corso della quale effettuerà 78 missioni a rischio. Entra in seguito alla NACA (l’antenato dell’Nasa), ed in seguito alla Nasa. Nel 1962, pone la sua candidatura come astronauta. L’anno successivo, dopo numerose prove, sarà inviato a Houston per iniziare la formazione d’astronauta e nel 1966, effettuerà un primo volo spaziale, nel quadro della missione Gemini 8. Membro dell’equipaggio di riserva di Apollo 8, sarà in seguito designato come il comandante della missione Apollo 11. Oggi vive in una piccola casa di Indian Hill, nel sud dell’Ohio, con la seconda moglie Carol sposata nel 1994. E continua a rifiutare contatti e interviste. «Se sono andato sulla Luna non è merito mio – dice – sono stato scelto».