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Saranno David Lang, Benjamine Clementine e il nostro Nicola Conte, fra gli altri, ad animare la XXX edizione di “Time Zones”, la kermesse barese la cui fama ha oltrepassato l’Atlantico. Non dimentichiamo che in 30 anni sulla scena barese grazie a “Time Zones” sono passati artisti del calibro di David Sylvian, Robert Fripp, Diamanda Galas, Lou Reed, Terry Riley, Laurie Anderson, David Byrne, Sakamoto e non andiamo oltre perché la lista è troppo lunga. 30 anni sono tanti e si potrebbero ormai avvertire i primi cenni di cedimento, ma non è dello stesso avviso Gianluigi Trevisi, direttore artistico e ideatore della rassegna fin dal 1985. “Time Zones ha 30 anni ma non li dimostra – dice – perché ci siamo mossi sempre nella contemporaneità, non per vezzo, ma perché questa è la vera ragione per cui il festival è nato, rimanendo sempre agganciati ai circuiti internazionali.”
Se il filo conduttore rimane quello della ricerca “delle musiche possibili”, lo sguardo si allarga a 360 gradi per un pubblico vario e diversificato dai molteplici interessi. Quest’anno sono previste tre sezioni per catalizzare una maggiore partecipazione. Naturalmente la parte da leone spetta a quella per così dire ‘tradizionale’. Si comincia il 23 ottobre con dei filmati dedicati a John Lennon per celebrare i 50 anni dell’album “Rubber Soul”. Il giorno dopo è già evento l’annunciata produzione originale che coinvolge Nicola Conte con il suo combo e artisti di grande spessore come il trombonista Joseph Bowie, fratello di Lester, il chitarrista Jean Paul Bourrelly (collaborazioni con Miles Davis e McCoy Tyner), il bassista Jamaladeen Tacuma e il dj Gea Russell: ce n’è quanto basta per immaginare una grande contaminazione come sfida e ricerca di un nuovo linguaggio sonoro.
Si arriva al 31 ottobre, quando al Petruzzelli sarà presente David Lang, ‘poeta del suono’, uno dei compositori più creativi del momento: sono sue le colonne sonore dei film di Sorrentino “La grande bellezza” e “Youth”. Seguirà una serata dedicata alle voci in cui si mescoleranno canto gregoriano e tonalità nordeuropee. Nel campo della sperimentazione si esibiranno a novembre Tomaga e Pierre Basten, per la musica elettronica Alec Empire e Christian Fennesz. Grande interesse circola anche per “Taranta Future” un progetto del maestro Luigi Morleo sulla musica salentina, lontano dalla banalità della “Notte della taranta”. Ma non finisce qui: il 20 novembre è atteso Benjamin Clementine, 25 anni e una vita di povertà disperata fino alla valorizzazione del suo talento puro. Uno degli artisti dell’anno.
Dal 15 al 17 ottobre si svolgerà la seconda sezione, “Time Zones Off” dedicata alla musica ‘indie’: i concerti si potranno seguire al ‘Pellicano Pub’ in via Alberotanza. Ma c’è anche una “Time Zones Literature”, vecchio pallino di Trevisi che in passato ha interessato Alda Merini, il poeta beat John Giorno, Carmelo Bene. A novembre per quattro giorni letteratura e musica si intrecceranno in un incontro intrigante tra testi poetici e composizioni elettroniche.
16 appuntamenti per un totale di 25 performance si preannunciano ricchi di suggestioni da vivere come esperienza e arricchimento culturale, fuori dagli schemi, e proprio per questo, stimolanti. Quest’anno sono numerose anche le collaborazioni: l’Associazione Diaghilev, il Teatro Pubblico Pugliese, il Conservatorio ‘Niccolò Piccinni’, Puglia Sounds, Bass Culture.
Intanto sulla locandina di presentazione campeggia su fondo nero il corpo nudo di una donna enigmatica: “E’ ‘L’oracolo’ – spiega Trevisi – un’opera di Jime Ghirlandi, artista argentina. Si tratta di una metafora, ma l’oracolo è qualcosa che accompagna ‘Time Zones’ dalla prima edizione”. Rimane l’enigma, rimane l’oracolo e comincia l’attesa per una edizione senz’altro speciale.