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Dopo il sold out delle anteprime di Marzo e di Maggio e l’ottimo debutto del  5 e 6 Ottobre, Alessandro Schino, è andato in scena domenica 13, al Piccolo Teatro “E. D’Attoma”, Bari, con la replica della rappresentazione teatrale “Budda esiste e vive a Binetto” ( Il buddismo spiegato a mia madre in 7 domande) Scritto da Alessandro Schino ne è lui stesso il protagonista. In bilico tra comicità e   riflessione, il comico barese ha intrattenuto il pubblico per due ore con  esilaranti battute. Uno spettacolo tutto da ridere (e non  solo), in cui la vita quotidiana e la ricerca della felicità scorrono sullo sfondo del buddismo “giapponese” visto con gli occhi di un comico. «L’idea  è far divertire e far ridere il pubblico parlando del buddismo, sia a chi ne è incuriosito, sia a chi già lo conosce, sia a chi non sa niente e non è interessato…Insomma, una impresa!» Così Alessandro Schino ha descritto  il suo nuovo progetto artistico. Ci è riuscito? Di sicuro ce l’ha fatta a far  sorridere la platea sin dall’inizio, da quando, nell’introduzione, l’attore   ha avvertito «qualsiasi battuta intelligente è puramente casualePer tutta la durata  della performance, il protagonista  si è sforzato con ironia  e comicità di evidenziare la  difficoltà di comprensione di una filosofia orientale, il Buddismo di Nichiren, da parte di chi è assolutamente   ignaro e  per di più, avanti con l’età come la sua mamma (una tenera  signora, presente in sala, insieme ad altri familiari dell’attore). -Mia madre, una donna di 85 anni, non proprio moderna – scherza il comico-non come quelle delle famiglie attuali con due  mogli e due  mariti, la nonna TikToker, cugini complottisti e via dicendo-. dalle quali ci  si poteva aspettare una reazione di indifferenza, -ma una donna di cultura popolare e cattolica al cento per cento, che di fronte alla rivelazione del comico di essere diventato buddista insieme a sua moglie, reagisce con sorprendente imperturbabilità  E sempre a causa di quella difficoltà di comprensione è facile cadere in equivoci sui quali il protagonista si diverte, per esempio,  quando si sofferma a spiegare il  termine ‘Shakubuku’ che –non significa- come potrebbe sembrare– mi puzza il cu..- ma è  l’azione di condividere il Buddismo con gli altri, per metterli in grado di sperimentare i benefici della Legge mistica. Allo stesso modo,  il nome Ikeda, non allude all’ azienda svedese di vendita di mobili, bensì al presidente della scuola giapponese, scomparso lo scorso anno Incredibile la capacità del comico di sdrammatizzare e alleggerire la spiegazione del fine ultimo della filosofia buddista di Nichiren, i cui valori chiave, racchiusi nell’insegnamento del Sutra del Loto di Shakyamuni, sono il rispetto per la dignità di ogni forma di vita e l’interconnessione fra tutte le forme di vita. Il desiderio della la felicità altrui e  affrontare con gioia e serenità le difficoltà del nostro percorso, perché, detto molto sinteticamente, ogni impedimento è giovamento. E Schino, buddista da nove anni, puntualizza con la sua dissacrante ironia, scatenando le risate del pubblico- Io sono felice quando ho un problema perché so che affrontando e superando quell’ostacolo, dopo, starò meglio, esattamente come dice quel detto barese “fortun e mazze in c… beat a chi ce l’ha, alias i guai che fortuna se li hai-. Una domanda ha incuriosito il pubblico sin dall’inizio “Perché Budda vive a Binetto?” Il titolo è tratto da una reinterpretazione del titolo del film del film Dio esiste e vive a Bruxelles: in realtà Budda , essendo verità, è dappertutto, vive dappertutto. Dunque, perché non a Binetto, il più piccolo Comune nell’immediato entroterra di Bari? E scherza Alessandro Schino. La scena ad un certo punto ha preso un’altra piega toccando tasti intimi e delicati. Sempre partendo da situazioni grottesche e divertenti, il comico  ha svelato al pubblico, condividendolo un suo rimpianto: quello di non aver avuto figli. Una sofferenza che ha dato la forza di scrivere questa commedia e portarla in scena con leggerezza, grazie al suo percorso buddista. “Non di tutto ciò che ci capita siamo responsabili” e con questa frase si chiude la scena. Dopo i ringraziamenti ad amici, fra i quali noi di Lsd Magazine, e parenti tutti  un attimo di emozione, un bacio in un saluto commovente alla mamma 85enne e il dono di un bellissimo fascio  di peperoncini. Replica di “Budda esiste e vive a Binetto” il 9 e il 10 Novembre sempre presso il Piccolo Teatro di E. D’Attoma Chiuso il sipario, noi Lsd Magazine, ci siamo intrattenuti in una lunga chiacchierata con l’attore regista che ha ricordato i suoi esordi dapprima con spettacoli di animazione fino al debutto sulla scena barese, come attore, nel duo “Otto e Mezzo” con Titta Rizzo. Da circa 10 anni si esibisce soprattutto in monologhi che scrive da sé (O mamma ho 40 anni, 51 Sfumature di Schino, I 10 guai del nostro tempo, 47 sposo che parla) , e vanta varie apparizioni sul piccolo schermo, Telenorba, AntennaSud, ZeligTv e Rai2.
Ha partecipato a numerose produzioni televisive locali e nazionali su TeleNorba, AntennaSud, ZeligTv e Rai2. Ha pubblicato per Radici Future “Ara e Frizz – il cane e il gatto che abbagolavano” (2016) e “Almeno Uno – Storie di dipendenza dall’inferno al riscatto” (2021). E da ultimo ma non meno degno di lode, il comico barese è  anche Mediatore Familiare e Penale, Operatore di Giustizia Riparativa ed Educatore Teatrale.
Come nasce questo spettacolo?-chiedo ad Alessandro A novembre dell’anno scorso, in occasione di un meeting scrissi uno sketch di pochi minuti sul buddismo e i suoi principi che  da quando già da quando ne ho abbracciato la fede, sono sempre comparsi  nei miei spettacoli, anche se solo marginalmente. In seguito mi fu proposto di scrivere un intero spettacolo e prendendo spunto proprio da come rivelai a mia madre di essere diventato buddista, è nato “Budda esiste e vive a Binetto”. Finalmente il 16 marzo l’ho rappresentato in anteprima presso il Teatro dell’Anas di Bari. E la settima volta che vado in scena e ogni volta lo modifico. Qual è il fine di questa commedia? E’ uno spettacolo di cabaret che deve divertire tutti coloro che vengono ad assistere,  buddisti e non, simpatizzanti , interessati, e  quelli a cui del Buddismo non importa nulla Una commedia in cui si  ricerca la  felicità sullo sfondo del buddismo. -Un compito arduo? Ovviamente è un grosso impegno perché io scrivo facendo ridere di qualcosa in cui io credo profondamente e non e facile perché bisogna essere rispettosi, facendo ridere e sorridere e perché no? Anche incuriosire. Se ciò accade  bene, altrimenti lo spettacolo deve funzionare comunque!

 

Marcella Squeo

La dottoressa Marcella Stella Squeo è laureata in Giurisprudenza è una giornalista pubblicista e si occupa di cultura, spettacolo, musica e di beneficienza e volontariato facendo parte di diverse associazioni di settore.