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Quanti significati può avere la parola ‘paesaggio’? Tantissimi e molti di questi sono racchiusi nella mostra “Paesaggi italiani. Fotografie 1950 – 2010” che si è inaugurata ieri nella Capitale. Fino al 20 aprile 2014, i corridoi del Museo di Roma in Trastevere diventano un percorso lungo cinquant’anni di storia, attraverso i diversi modidi vedere, intendere e rappresentare il territorio italiano. Il paesaggio immortalato è quello in cui la Natura fa da padrona come la “Capri” di Francesco Radino ei “Papaveri” di Laura Di Bidino, ma è anche quello antropocentrico, dove l’elemento naturale sfuma in secondo piano per lasciare spazio al contadino di “Puglia” (Luigi Crocenzi). Il paesaggio è quello dove ‘naturale’ e ‘artificiale’ si fondono a tal punto da essere inscindibili e indistinguibili come le strade e i corsi d’acqua del “Parco del Ticino” di Cesare Colombo, ma è anche quello dove la Natura si fa da parte per lasciare spazio al mondo urbano dell’enorme e scolorita “Milano” di Vincenzo Castella o all’ambiente artificiale degli uffici e dei computer di “Habitat, viaggio solido” (Moreno Gentili) o ancora al “Muro” scuro di Antonio Migliori.
Il paesaggio è quello visto in bianco e nero e quello che si mostra allo spettatore con i colori brillanti delle “Saline di Mozia” (Giuseppe Leone) e della “Luce di mare” (Giorgio Lotti). È il paesaggio profano degli uomini al bar di “Gente d’Emilia” (Antonio Migliori) e quello sacro del Duomo di Assisi che si staglia imponente sul cielo (“Nel buio di un temporale, Assisi”, Elio Ciol). È il ritratto realistico di “Emilia” e “Friuli” (Guido Guidi) e l’immagineridisegnata dalla fantasia di Franco Fontana che ricolora i campi a modo suo (“Imaginary Landscape”).
Per alcuni fotografi, il paesaggio smette di essere solo raffigurazione della realtà circostante e diventa chiave di lettura per rileggere l’arte. Attraverso i ciottoli e le onde de “Le cinque terre”, Ugo Mulas presenta la sua interpretazione fotografica di “Meriggiare pallido e assorto” di Montale. Il lampo abbagliante sul cielo nero di “A Silvia” reinterpreta la lirica leopardiana, la cui eco torna in “Vista della casa di Silvia da casa di Leopardi” (Mario Giacomelli).Gianluigi Colin, invece, preferisce mescolare arte e fotografia e sovrappone a “Le Radeau de la Méduse” di Théodore Géricault, lo scorcio di marinai su una nave moderna.
Il paesaggio esposto in “Paesaggi italiani. Fotografie 1950 – 2010” è anche l’immagine smembrata e ricomposta in un collage di particolari, da Vittore Fossati (“Frammenti, Visione e visioni”), èla fila distrati sovrapposti nella serie “Guardando al Bellotto 1”, con cui Davide Bramante ricostruisce ilcaotico mondo contemporaneo ed è lo spazio pubblicitario che domina le fotografie di Oliviero Toscani e Franco Turcati.
Ne viene fuori un’esposizione multiforme che offre al visitatore numerose prospettive e chiavi di lettura e che, forse proprio per questo, invita a riflette su come noi stessi intendiamo, viviamo e immaginiamo l’ambiente che ci circonda.
INFO
Data: dal 24 gennaio al 20 Aprile 2014
Luogo: Museo di Roma in Trastevere, Piazza S.Egidio 1B
Orari: dal martedì alla domenica ore 10.00-20.00 (chiusura biglietteria ore 19.00)
Biglietti: intero 7.50 euro, ridotto 6.50 euro, gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente.