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Quando si parla di e-learning, è facile pensare alle ormai famose piattaforme on-line dedicate all’apprendimento a distanza. Ogni università che si rispetti, è ormai dotata di un sistema di e-learning che, fornendo lo studente di materiale e informazioni suppletive o integrative rispetto a quello diffuse durante le ore di lezione, ne facilita il percorso accademico. Molte di queste piattaforme, mettono inoltre a disposizione interi corsi da seguire on-line, agevolando così gli studenti che hanno difficoltà a raggiungere la sede scolastica. Addirittura esistono ormai delle vere e proprie scuole on-line, istituti virtuali che consentono il raggiungimento di un titolo di studio senza muoversi da casa. Tra questi occupano una posizione di rilievo gli istituti di recupero anni scolastici come Dante On-Line (http://www.dante-on-line.it/).
L’e-learning, può avere però un significato diverso, e la terza classe della scuola elementare Enrico Toti di Milano ne è la prova vivente. Stiamo parlando infatti della prima classe italiana interamente digitale. Nell’ambito del progetto Smart Future, promosso e organizzato da Samsung, questi 26 alunni sono diventati protagonisti di un modo differente di intendere l’e-learning, che modifica radicalmente la vita di classe così alla quale siamo stati abituati. I bambini, sono stati infatti forniti di tablet personale con connessione wi-fi e e-boardlavagna elettronica. Gli insegnanti, che hanno il totale controllo sull’intero sistema, dato che possono bloccare funzionalità e decretare lo spegnimento dei tablet in caso di distrazioni, hanno la possibilità, per esempio, di condividere facilmente materiale di studio e organizzare rapidamente test e verifiche virtuali.
Il progetto Smart Future di Samsung, che è stato battezzato ufficialmente lo scorso mese di ottobre alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Milano Giuliano Pisapia, prevede il coinvolgimento di altre classi italiane entro la fine dell’anno scolastico, in modo da arrivare ad un numero di venticinque circa.
Concludendo, possiamo dire che si tratta certamente di un progetto interessante che rende attivo nel nostro Paese un nuovo concetto di e-learning, avendo dato alla luce una vera e propria classe digitalmente strutturata. Resta però vivo un dubbio: siamo sicuri che sia positivo “informatizzare” la vita di un bimbo ancora in tenera età in modo così radicale e che non sia meglio un percorso di avvicinamento più lento dell’infante alle nuove tecnologie, fornendolo semplicemente di penna e quaderno almeno nei primi anni di scuola?