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Il Turco in Italia di Gioachino Rossini, nell’edizione critica di Margaret Bent con la direzione di Michele Spotti, per la regia di Silvia Paoli; Il paese dei campanelli di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato, con la direzione di Fabio Luisi, per la regia di Alessandro Talevi; tre prime rappresentazioni: la prima in tempi moderni de L’Orazio di Pietro Auletta, con la direzione di Federico Maria Sardelli, per la regia di Jean Renshaw, la prima italiana in tempi moderni de Gli uccellatori di Florian Leopold Gassmann, con la direzione di Enrico Saverio Pagano, per la regia di Jean Renshaw e la prima assoluta in Italia de L’adorable Bel-Boul di Jules Massenet su libretto di Paul Poirson, con la direzione di Francisco Soriano, per la regia di Davide Garattini.
Con un cartellone di 5 titoli d’opera e di teatro musicale e 12 appuntamenti sinfonici e recital nello splendido scenario barocco di Martina Franca e sullo sfondo degli emozionanti paesaggi della Valle d’Itria, la proposta del 49° Festival muove, nel solco dell’insegnamento di Paolo Grassi, dal desiderio di mettere il pubblico d’oggi di fronte ai meccanismi sociali che finiscono per creare barriere alla conoscenza e alla consapevolezza del reale e della storia, attraverso il sorriso e l’ironia.
Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia: «Oggi viene presentata la 49esima edizione del Festival della Valle d’Itria, prestigioso e tanto atteso appuntamento di elevato spessore culturale che negli anni continua a dare lustro alla Puglia. Il Festival ha infatti il merito di portare la nostra regione agli onori della cronaca culturale nazionale e internazionale e di attrarre, nello splendido scenario della Valle d’Itria, valenti artisti di fama mondiale e turisti appassionati di opera e teatro musicale provenienti da tutto il mondo. Il presidente Michele Punzi ha saputo valorizzare la meravigliosa eredità lasciata dal compianto Franco Punzi e l’illuminata direzione artistica del M° Sebastian F. Schwarz contribuisce a rafforzare il valore di questa manifestazione, che è uno dei festival più importanti ed apprezzati d’Europa».
Grazia Di Bari, Consigliera regionale delegata per le Politiche culturali: «Il Festival della Valle anche per questa 49esima edizione propone un cartellone ricco di eventi. Ci saranno 5 titoli d’opera e teatro musicale, recital, concerti e incontri di approfondimento. Il festival conferma lo spirito innovativo che da sempre lo contraddistingue, incentrando in questa edizione la programmazione su repertorio buffo e operetta, per analizzare con ironia i meccanismi e le dinamiche della società. Voglio ringraziare il presidente della Fondazione Paolo Grassi Michele Punzi, per l’enorme lavoro fatto in un anno così difficile con la scomparsa di Franco Punzi, indimenticato presidente della Fondazione. Grazie a lui il Festival della Valle d’Itria è tra le manifestazioni di musica colta più conosciute ed apprezzate nel panorama italiano ed europeo. Michele sta portando avanti questo progetto è mettendo in pratica i tanti insegnamenti che ci ha lasciato suo zio».
Gianfranco Palmisano, Sindaco di Martina Franca: «È stato un anno difficile, la perdita del presidente Franco Punzi ha colpito tutta la città ma non ci siamo fermati perché sentivamo la responsabilità di portare avanti un progetto importantissimo non solo per Martina, non solo per la Valle d’Itria ma per l’intero territorio nazionale. E devo dire veramente grazie al presidente Michele Punzi perché, nonostante il dolore personale, è riuscito a tenere una leadership forte, a dare indicazioni a tutta la squadra in maniera netta, decisa e motivando tutti a realizzare una manifestazione meravigliosa come sempre. Voglio ringraziare anche il Presidente Emiliano perché ci ha aiutato nella fase di riorganizzazione del Cda della fondazione. Teneva tantissimo all’apertura del festival alla città e al territorio per formare nuovi cittadini all’ascolto della lirica. L’iniziativa “In orbita” punta proprio a quello, a raggiungere le periferie, le contrade, i quartieri dove non si ascolta in maniera usuale un’operetta o un cantante lirico e quindi iniziando a educare grandi e bambini. In questi giorni vedere tante persone nelle prime due esibizioni fa veramente ben sperare. Siamo una squadra che crede nel progetto del Festival della Valle d’Itria, nella bellezza della cultura, dell’opera e del nostro territorio».
Aldo Patruno, Direttore del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia: «La 49esima edizione del Festival della Valle d’Itria si conferma tra gli appuntamenti di musica colta più importanti in Europa e nel mondo. L’edizione di quest’anno è assai significativa perché precede il traguardo del cinquantesimo anno, ma anche perché segna un importante passaggio di consegne. Penso infatti a Franco Punzi, che è venuto a mancare quest’anno e a cui voglio dedicare questa edizione. Egli ha ispirato, inventato, curato, coltivato questo Festival come se fosse un suo figlio, e oggi lo riconsegna a noi, a Michele Punzi e al gruppo straordinario che guida l’organizzazione della rassegna, che è ancora più forte più e grande di prima. La nostra responsabilità sarà quella di accompagnare il Festival nel futuro, cogliendo l’occasione della cinquantesima edizione, ma partendo dall’edizione di quest’anno, che è straordinaria, coltissima, aperta al pubblico e fortemente legata alla valorizzazione del territorio. Ecco, il Festival della Valle d’Itria non è più soltanto un attrattore culturale, bensì un grande attivatore culturale. Questo Festival, in qualche maniera, ha accompagnato la storia e l’evoluzione della nostra regione e della sua industria culturale e creativa, che negli ultimi decenni è profondamente cambiata. Oggi, il Festival rappresenta una delle componenti fondamentali del sistema economico della cultura e della creatività regionale, che con il 5% del PIL rappresenta una parte essenziale dello sviluppo economico regionale».
Michele Punzi, Presidente della Fondazione Paolo Grassi: «L’edizione di quest’anno ci proietta verso un appuntamento importantissimo, che è il mezzo secolo di vita del Festival. Ogni anno, quando arriva luglio, sembra che il Festival nasca per miracolo oppure che sia il risultato di una macchina organizzativa che può andare avanti da sola. Non è così: la costruzione del Festival richiede la collaborazione di centinaia di persone che, per un anno intero, lavorano per realizzare un programma di assoluta qualità. Il Festival della Valle d’Itria vuole rivendicare un ruolo di primo piano nello scenario culturale regionale, nazionale e non solo. Per rivendicare questo ruolo, lasciamo che a parlare siano i numeri: 20 giorni di festival, 25 spettacoli, 2 giorni di conferenza internazionale sull’operetta e 2 talk di presentazione delle opere; 5 produzioni operistiche originali, 13 location diverse tra chiese, masserie, chiostri, palazzi e teatri a cui si aggiungono un’altra produzione e 4 luoghi di spettacolo che ci permetteranno di andare nelle contrade e nelle periferie. E poi, 403 persone coinvolte nell’organizzazione tra artisti, maestranze, personale amministrativo e di sala, assunte con regolare contratto, retribuite e con regolari contributi previdenziali versati; 12 paesi di provenienza degli artisti impegnati nella rassegna e 4 complessi orchestrali coinvolti; il 60% dei biglietti risulta già venduto in prevendita ad acquirenti provenienti da 9 paesi europei oltre a Giappone, Canada e Stati Uniti».
Sebastian F. Schwarz, Direttore artistico del Festival della Valle d’Itria: «Si parla di qualcosa di magico che poi magico non è, perché dietro ci sono centinaia tra artigiani e artisti e così via che contribuiscono con la loro competenza e la loro qualificazione che hanno ottenuto nel corso di tanti anni di vita professionale, una confluenza di tutte queste competenze che porta al risultato. Con questa iniziativa è proprio lo sguardo di Paolo Grassi che ci sta guardando perché era proprio lui a promuovere all’epoca il lavoro nelle periferie. Presenteremo cinque titoli di opere, come di consueto nel Festival della Valle d’Itria sono titoli per la maggior parte dimenticati, scomparsi dai cartelloni che però il nostro compito, il nostro patrimonio che vogliamo e dobbiamo tenere unito».
Tornando al cartellone del festival, non solo opera per questa 49esima edizione. A cominciare dalla conferenza annuale dell’Accademia Europea del Teatro Musicale (EMA) di Vienna che si svolgerà proprio a Martina Franca, il 30 e 31 luglio. Il simposio chiama a raccolta i massimi esperti musicologi e direttori di teatri internazionali per scambiarvi idee ed esperienze, per studiare l’importanza dell’operetta nel teatro d’oggi e immaginare i modi per tenerne in vita il ricco patrimonio culturale.
Il cartellone presenta inoltre il tradizionale Concerto per lo spirito (24 luglio) nella Basilica di San Martino, con l’Ensemble barocco Modo Antiquo diretto dallo specialista Federico Maria Sardelli, con un programma dedicato a Händel, Corelli e Vivaldi.
A Palazzo Ducale, il concerto sinfonico del 29 luglio vedrà impegnata come di consueto l’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari sotto la direzione di un astro nascente della direzione, Diego Ceretta, pluripremiato al Premio Cantelli 2020, quest’anno ospite anche al Rossini Opera Festival e al Teatro Comunale di Bologna. In programma l’Ouverture in do maggiore “im italienischen Stile”, op. 170, D. 591 di Schubert, la Sinfonia n. 4 in la maggiore“Italiana”, op. 90 (MWV N 16) di Mendelssohn e la Sinfonia n. 6 in fa maggiore, op. 68 “Pastorale” di Beethoven.
Completano il programma cittadino tre Concerti del Sorbetto (22, 29 luglio e 5 agosto), in orario pomeridiano. Tra gli appuntamenti diffusi sul territorio, il ciclo Il canto degli Ulivi propone quattro concerti tra i secolari ulivi delle più belle masserie itriane (21 – Masseria Palesi a Martina Franca, 23 – Leonardo Trulli Resort a Locorotondo, 27 – Masseria Nicola Casavola a Martina Franca, 31 – Masseria Capece a Cisternino), affidati ai giovani cantanti dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti” che interpretano arie dal repertorio dell’opera buffa.
Dopo il successo riscosso nel 2022 con la rassegna Opera al cinema, il Festival prosegue nella felice unione tra cinema e musica con la proiezione del film Springtime in Amsterdam di Christof Loy (21 luglio ore 21.00 al teatro Verdi).
Si conferma anche lo speciale concerto in occasione dell’assegnazione del Premio alla carriera della Rivista L’Opera International Magazine, assegnato quest’anno al baritono Marco Filippo Romano. La serata, intitolata Lo buffo, co na smorfia, propone un viaggio dal Settecento napoletano ai nostri giorni alla scoperta della parte del buffo, del protagonista dietro la maschera, attraverso le storie, le emozioni che prendono vita nelle arie di Vinci, Pergolesi, Mozart, Cimarosa, Rossini, Donizetti, Mascagni e Tosti. Infine, il Concerto della Banda Musicale dell’Aeronautica Militare diretta dal Maggiore Pantaleo Leonfranco Cammarano per il centesimo anniversario della fondazione dell’Arma, il 3 agosto nelCortile di Palazzo Ducale.
Nell’ambito di In Orbita – Festival tra piazze e contrade, rassegna itinerante “fuori festival”, oggi, 13 luglio alle ore 21.00 al Quartiere Montelullo, va in scena l’opera pocket Il Dolceamaro o la pozione magica, basato su L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti, adattato a spettacolo per bambini di tutte le età, dai 4 ai 99 anni, da Vittorio Sabadin. Il cast si compone di Elizaveta Shuvalova, soprano, nella parte di Adina, Massimo Frigato, tenore, nella parte di Nemorino ed Eugenio Maria Degiacomi, basso-baritono nella parte di Dulcamara, quale Narratore fuori campo e nella parte di Belcore Onofrio Colucci, altresì regista dell’allestimento, con al pianoforte Ettore Papadia. Venerdì 14 luglio alle ore 22.30, in Piazza Maria Immacolata, in Centro storico si terrà il concerto Omaggio a Gershwin con l’Orchestra della Magna Grecia, diretta da Benedikt Sauer, solista il soprano di coloratura texano (con famiglia a Martina Franca) Laura Claycomb.
Segnaliamo infine i tre appuntamenti di “Mettiamoci all’opera”, abituale ciclo di incontri e approfondimenti sul cartellone del Festival. Per questa edizione sono previsti 4 incontri: il 19 luglio l’anteprima del Meeting SagGEM “Il canto operistico del primo Ottocento”, alle ore 17.00 presso la Fondazione Paolo Grassi, con Sebastian F. Schwarz, Giuseppina La Face, Carla Cuomo, Andrea Estero, Simone Di Crescenzo e Nicolai Cok; in collaborazione con Associazione culturale «Il Saggiatore musicale» – SagGEM, Associazione Nazionale Critici Musicali, Fondazione Golinelli, Rete universitaria per l’Educazione musicale. Alle ore 22.30, presso gli Orti del Duca, un talk dedicato al Paese dei campanelli che vedrà protagonista lo scrittore Mario Desiati in dialogo con gli artisti dell’operetta. Terzo appuntamento il 29 luglio, ore 22.30 sempre presso gli Orti del Duca, per un secondo talk dedicato al Turco in Italia; questa volta sarà il giornalista Massimo Bernardini a dialogare con gli artisti dell’opera. Ultimo appuntamento il primo agosto, ore 19.00 in Piazzetta Stabile con il reading “Carlo Goldoni, libretti e riforma teatrale” a cura di Marco Bellocchio con Diletta Acquaviva.
Foto di Michele Traversa (riproduzione riservata)