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"Terza opera in cartellone, secondo allestimento su cinque in programma, un grande impegno per il Petruzzelli»: ha esordito così, ieri mattina, il commissario straordinario del teatro barese, Carlo Fuortes, nell’incontro per presentare «Così fan tutte» l’opera di Mozart che andrà in scena il 6 maggio prossimo con la direzione dell’orchestra affidata a Roberto Abbado e la regia curata da Davide Livermore.
«E’ notevole l’impegno del teatro nel curare l’allestimento – ha continuato Fuortes – le produzioni sono momenti difficili, non sempre scontati, ed è raro trovare un teatro che abbia, come il Petruzzelli, un laboratorio di produzioni sceniche di alto livello, anche se la città talvolta se ne dimentica.». «Così fan tutte è una commedia straordinaria – ha continuato Fuortes – che segue la realizzazione, lo scorso anno, di Don Giovanni e cui farà seguito, anche se non si sa quando, quella delle ‘Nozze di Figarò ultima opera nata dalla collaborazione tra Mozart e Da Ponte». L’argomento di cui si occupano Mozart e Da Ponte è l’amore erotico attraverso il gioco attuato da tre coppie che, per una crudele scommessa, si scambiano i partner. «L’amore dunque non come un giardino fiorito dove regna la fedeltà – ha continuato Abbado – ma qualcosa di più complesso e la musica di Mozart su questo ci dice molto di più delle parole». «Mozart – ha aggiunto – è interessato ai suoi personaggi, li indaga e per loro scrive una musica variegata usando gli strumenti in modo particolare, utilizza per alcuni solo gli archi e per altri i fiati». E per Abbado, che cura scrupolosamente la ricostruzione filologica dell’opera anche con la ricostruzione di strumenti settecenteschi, Mozart «ci manda a casa non con certezze ma con molti dubbi». Del gioco tra ragione e sentimento raccontato da Da Ponte parla anche Livermore secondo il quale il librettista «un pensatore libero, incapace di essere incasellato, fa un uso dell’intelletto straordinario, e ci parla dell’amore erotico mettendo a nudo maggiormente l’anima, perciò più imbarazzante, e fa si che nel gioco tra ragione e sentimento, la prima non neghi il secondo ma lo trasformi in profonda conoscenza di sè». E a sottolineare questo continuo scambio tra ciò che esterno e ciò che è interiore, sentimento, Livermore ha ambientato l’opera su una nave da crociera negli anni cinquanta del secolo scorso.
«La nave – ha aggiunto Livermore – non solo crea un dentro e un fuori, ma dà anche l’idea del viaggio come conoscenza di sè, come possibilità di libertà, di lasciarsi andare». Dopo la prima sono previste repliche l’8, il 10, 12 e 14 maggio.
Foto di Carlo Cofano