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Si è svolto lo scorso fine settimana a Bari il quinto Workshop sulla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) “La Medicina della Riproduzione incontra la Medicina Generale”. Grande soddisfazione da parte degli organizzatori, il dottor Pasquale Totaro e la dottoressa Yoon Sung Cho, e dall’intero Centro PMA dell’Ospedale “Santa Maria” di Bari.
La partecipazione di pubblico (circa 80 medici) e la eco suscitata sulla stampa hanno dimostrato ancora una volta il bisogno diffuso di maggiore informazione e sensibilizzazione sul tema della cura dell’infertilità.
Un convegno rivolto soprattutto ai medici di base, ai quali sono richieste preparazione e tempestività, in quanto sono i primi a poter sostenere e guidare le coppie che intraprendono questo percorso.
Il workshop si è articolato in due giornate (venerdì 12 e sabato 13 aprile) in cui all’apertura di Savio Viullani, direttore sanitario della "Santa Maria", sono seguiti una serie di interventi finalizzati ad aprire un confronto sul tema dell’appropriatezza del servizio di cura dell’infertilità attualmente offerto in Puglia e in Italia.
La domanda di cure è infatti molto alta, se si pensa che circa il 15% delle coppie in età fertile è colpita da problematiche relative all’infertilità (fonte l’Istituto Superiore di Sanità). In Puglia, secondo i dati della Relazione 2012 del Ministero della Salute, nel 2010 sono state trattate 1.853 coppie, cioè soltanto il 4,2% del totale nazionale.
Ma il dato non deve trarre in inganno: è molto alto, infatti, il numero di coppie infertili pugliesi che "emigra" in altre regioni, in particolar modo in Lombardia, dove si effettua il 23,2% di tutti i cicli a fresco realizzati in Italia.
Questo nonostante il dato relativo ai trattamenti effettuati con successo nella nostra regione sia in linea con il dato nazionale. La ragione di questi "viaggi della speranza”, secondo il dottor Pasquale Totaro, è anche nella scarsa informazione sulle possibilità di curare l’infertilità nei centri pugliesi. Il workshop quindi si è proposto di rappresentare un valido aiuto per colmare questa lacuna e stimolare un maggior coinvolgimento del medico di famiglia.
Sono stati affrontati temi in modo ampio e trasversale, sia di tipo tecnico che sociale e psicologico: dalle tecniche di congelamento dei gameti agli strumenti per il sostegno alle coppie, dal focus su tumori e fertilità, all’analisi delle prospettive future sul piano regionale e nazionale.
Con un’attenzione particolare all’elemento della tempistica dell’intervento, che essendo sempre più stringente (le coppie si rivolgono alle strutture in età sempre più adulta) richiede una consapevolezza crescente nei medici di base, che sono la figura primariamente coinvolta.
Gli esperti auspicano una continuità del ciclo di workshop, che rappresenta un valido momento di incontro e scambio su un tema così centrale.