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Avveniristico e tubolare con la sua forma ad elica ritorta, prodigio di ingegneria con la sua unica lunghissima campata di 125 metri, è già un caso il ponte pedonale firmato da Santiago Calatrava per la cittadina canadese di Calgary. Premiato con il 2013 Steel Design Award of Excellence del Canadian Institute of Steel, il Peace Bridge, spiega l’architetto spagnolo, è stato ispirato «dai ponti coperti svizzeri, aperti di lato, per creare una copertura permeabile che possa fungere da riparto e che sia utilizzabile tanto in estate quanto in inverno». In acciaio rosso e vetro, largo 8 metri per un’altezza totale di 5,85 metri, di fatto il nuovo ponte è piuttosto diverso dai tanti disegnati nel mondo dall’archistar, che in Italia, oltre al Quarto Ponte sul Canal Grande di Venezia – he tanto ha fatto discutere -, ha firmato Le vele di Reggio Emilia, ovvero i tre ponti per il viadotto sull’autostrada A1 e sulla linea Tav, e ha in ballo progetti per la Città dello Sport di Tor Vergata a Roma e per il nuovo porto turistico di Salerno. Noto per le sue vertiginose icone verticali, Calatrava ha optato questa volta per un ponte basso a singola campata. Lui spiega di essere stato costretto «dai vincoli geometrici del sito che era stato scelto dalla città», che lo hanno obbligato a tenere conto sia di una sorta di no fly zone dovuta alla vicinanza di un eliporto, sia dei livelli raggiunti dalle piene o dai ghiacci invernali del fiume (il Bow River) sottostante. Non solo: «la municipalità ci ha comunicato che non sarebbero stati accettati pilastri affondati nel letto del fiume», sottolinea l’architetto. Da qui l’idea di «sviluppare schemi per lanciare il ponte orizzontalmente sul fiume senza la necessità di pilastri». Il clima inclemente di Calgary ha fatto il resto rendendo necessaria la copertura: «Non si trattava di una situazione molto diversa da quella della regione alpina, in cui ho uno dei miei studi – fa notare Calatrava- per questo ho pensato di trarre ispirazione dai ponti svizzeri». Una tipologia che l’architetto spiega di aver «reinventato usando vetro laminato curvo per rivestimenti e balaustre, in modo da non ostacolare la ricca panoramica sui dintorni del Bow River e sul centro di Calgary». Particolarmente suggestiva l’immagine notturna, «quasi come un aereo fascio di luce gettato tra le due sponde» , commenta soddisfatto Calatrava, che non esita a definirsi «estremamente fiero» di questo suo progetto così impegnativo. Premi a parte, anche la città sembra aver apprezzato: a piedi o in bici, secondo dati forniti dallo Studio Calatrava, lo percorrono ogni giorno più di 6mila persone.