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Morando Morandini. Critico cinematografico, giornalista, scrittore. Una vita trascorsa tra la Seconda guerra mondiale, il miracolo economico degli anni ’50, gli anni di piombo, gli anni della televisione, il passaggio al terzo millennio.
“Si usa dire che il cinema e’ una finestra sul mondo. In teoria, ogni film puo’ essere un punto di vista sul mondo, sulla societa’, sulla vita. Si potrebbe dedurne che, a modo suo, un critico e’ un importante testimone del proprio tempo. Il che non m’impedisce, talvolta, di avere il sospetto di aver passato la vita guardando un muro e un lenzuolo bianco sopra quel muro, voltando le spalle alla realta’”. Un sospetto smentito da una penna che scrive, spazia e si muove da anni attraverso, dentro e con il cinema per raccontare quella realta’ a cui, di tanto in tanto, puo’ far bene voltare le spalle.
Autore de “Non sono che un critico”, uno scritto-zibaldone, la cui amara consapevolezza della pervasiva volgarita’ e superficialita’ che ci circonda, si tramuta in fulminanti annotazioni; ‘immortalato’ sul grande schermo in quattro film-documentari, l’ultimo dei quali, “Morando’s Music” in uscita a fine novembre, diretto da Luigi Faccini, e’ uno splendido ritratto di chi fa recensioni da sempre, tanto temuto quanto rispettato, il ritratto senza ombre ne’ reticenze di una vita intrecciata alle riprese; ritenuto uno dei primi ad introdurre in Italia, nel 1975, nella stampa quotidiana, nel giornale “La Notte”, il sistema delle ‘stellette’, mutuato dalla critica statunitense, ossia un giudizio sommario dato al film attraverso l’attribuzione di piccole stelle a seconda del valore dello stesso; da lungo tempo, ormai, Morandini e’ fedele a quella che e’ la sua creatura, ideata quattordici anni fa. Celebri, infatti, sono le edizioni che ci accompagnano dal 1998 de “Il Morandini”, Dizionario dei film scritto in collaborazione con la moglie Laura e la figlia Luisa. Una sorta di Bibbia completa, una summa di titoli arrivati nelle sale, una Treccani della settima arte, o, piu’ pragmaticamente, uno strumento di conoscenza e di memoria per addetti ai lavori, ma anche per chiunque ami il cinema o voglia soltanto documentarsi per meglio orientarsi tra i film proposti, a cui Morandini lega il proprio nome, rimanendone fedele da ormai quattordici anni. Giunto quest’anno alla sua 15° edizione, “Il Morandini” 2013, con l’immagine in copertina della rock star decadente che suona la chitarra con le unghia delle dita smaltate, il rossetto sbavato di un truccatissimo Sean Penn nel film “This Must Be the Place” di Paolo Sorrentino, ci trasporta, in medias res, nel vivo di quel misterioso e affascinate mondo che e’ il grande schermo. I film ci sono tutti, vecchi, nuovi e di ogni genere, decine di migliaia classificati e raccontati, seppure in poche righe. E, per ciascun film, oltre alla regia, agli attori, alla durata, all’anno di realizzazione, a una sintesi della trama, ad una concisa analisi critica, un giudizio espresso con un numero di stellette che tiene conto, in modo calibrato, dell’accoglienza del pubblico e del parere della critica. E il risultato, oggi come ieri, e’ garantito da un occhio e una penna che spaziano a 360 gradi attraverso la settima arte per raccontare il cinema, ma anche un certo modo di vivere il cinema e un certo modo di guardare il mondo.
Lasciamo, ora, che siano proprio le parole di Morandini a raccontarsi, in questa intervista rilasciata al nostro quotidiano.
Chi e’ Morando Morandini secondo Morando Morandini?
Morando Morandini e’ un uomo fortunato. Ha vissuto per 53 anni con la stessa donna, ha due figlie, Luisa che lavora con me e Lia che fa la costumista. La quale ultima e’, non solo secondo me che sono il padre, tra le piu’ brave costumiste del cinema italiano, nonostante in questo momento sia disoccupata. Forse perche’ lei, come me, ha un limite: non ha amici potenti. E, quindi, nonostante la sua bravura, ora non lavora. Questo e’ Morando Morandini. Un uomo fortunato e felice nella vita privata e affettiva, come nella vita professionale.
Dal 1998 Morando Morandini lega il proprio nome al Dizionario dei film “Il Morandini”. E si avvale della preziosa collaborazione della figlia Luisa. Secondo quali criteri vengono classificati i film? Quali le tecniche per garantire gli aggiornamenti?
Contrariamente agli altri Dizionari, “Il Morandini” e’ un dizionario di famiglia. Se negli altri di solito c’e’ un autore che ha una squadra di collaboratori, il nostro e’ un dizionario di famiglia, appunto. Anche se mia moglie Laura non c’e’ piu’, ma il suo nome continua ad apparire ancora, il lavoro lo facciamo io e mia figlia Luisa. Prima del 2003, prima cioe’ della scomparsa di mia moglie, se mi facevano questa domanda, rispondevo con una metafora Marinaresca, dicendo che mia moglie era il vento che soffiava nelle vele, io ero lo scafo, mia figlia Luisa era lo skipper. Adesso non c’e’ piu’ il vento e noi cerchiamo , ‘senza riuscirci’, di sostituirlo. Il nostro Dizionario esce una volta l’anno. Siamo arrivati alla quindicesima edizione. Io e mia figlia cerchiamo di vedere i film nuovi che escono, compiliamo per ognuno una scheda. Non riusciamo a farli tutti. C’e’ un lavoro di selezione preventivo, nel senso che i film che escono a dicembre, i famosi ‘panettoni’, non li facciamo. Se poi, tra questi, c’e’ un film che ha riscosso un particolare successo, allora ne facciamo la recensione per spiegare ai lettori il perche’ di tanto successo.
Secondo Francois Truffaut “la critica cinematografica e’ efficace solo nei confronti dei filmetti ambiziosi ma privi di grossi divi”. Cosa ne pensa?
Be’, intanto, qui bisogna tener conto dell’ultimo ventennio, dominato da Berlusconi e dal Berlusconismo. Il quale Berlusconi, essendo proprietario di tre delle sette reti televisive che contano, avendo inserito uomini al suo servizio in RAI1 e RAI2, controllando la pubblicita’ per LA7 e RAI3, ha determinato, nel ventennio del suo potere, un livello medio molto basso delle proiezioni di film in televisione. Truffaut ha ragione nella misura in cui il dovere della critica e’ quello di dare spazio ai film intelligenti. Purtroppo, piu’ intelligenti sono i film, tanto meno pubblico trovano. Per esempio, la minoranza di italiani che va ancora al cinema, non ha la cultura necessaria per capire i migliori film che escono sul mercato, o non si sono accorti che gli attori italiani sono ad un livello di qualita’ pari a quello degli attori dei film francesi, tedeschi ed inglesi. I nostri attori hanno una elevata preparazione con esperienze di cinema, di teatro, televisione. E sono attori completi E questa ‘non preparazione’ degli italiani e’ uno degli effetti del Berlusconismo che restera’ come un marchio anche senza Berlusconi.
Com’e’ cambiato il cinema oggi? E quale posto occupa nel nostro Paese?
Nel nostro Paese? Il cinema? Occupa l’ultimo posto. Il cinema e’ cambiato in peggio. Prima c’era la concorrenza della sola televisione, oggi c’e’ la concorrenza ancor piu’ forte di Internet. E, poiche’ quello che piu’ conta e’ il guadagno, occorre fare film per un pubblico molto medio, film di bassa qualita’.
A fine novembre, esce il quarto film dedicato a Morando Morandini. Vuole parlarcene?
(Sorridendo) Io sono diventato il critico piu’ filmato della zona del Mediterraneo. “Morando’s Music”, diretto da Luigi Faccini e presentato il prossimo 29 novembre al “Torino Film Festival” e’ l’ultimo film-documentario dedicato alla mia persona. Ognuno dei quattro film e’ diverso dagli altri. Quest’ultimo e’, forse, il piu’ politico dei quattro.
Dal 2009 Bari ospita il BIF&ST, il Festival Internazionale del Cinema e della Cultura Cinematografica diretto da Felice Laudadio. Cosa pensa dei festival cinematografici? E, soprattutto, onorera’ con la sua presenza una delle edizioni del BIF&ST barese?
Sarei felicissimo di presenziare a una delle edizioni del BIF&ST. Dipende dai miei impegni lavorativi. Io e Luisa dobbiamo finire le schede sui film de “Il Morandini” entro fine giugno. Marzo e’ gia’ un mese avanzato per la stagione cinematografica, pero’ e’ lontano da giugno, mese di ‘consegna’ per noi. Tra l’altro, io sono stato amico di Felice Laudadio, per cui non escludo di poter essere presente in una delle edizioni. E poi, conosco molto bene la Puglia. Amo i suoi paesaggi, il mare, il sole, il calore della gente e, soprattutto, la sua cucina. Tutte ragioni che mi spingono a venire ad una delle edizioni del BIF&ST.
Se potesse tornare indietro nel tempo, Morando Morandini sceglierebbe nuovamente di essere il giornalista, il critico cinematografico e lo scrittore che e’ oggi?
Da qualche anno, ho preso l’abitudine di fare degli elenchi: delle mie contraddizioni, delle mie fortune, delle mie gioie. Ho cominciato a fare il giornalista in un quotidiano cattolico, “L’Ordine”, a Como, occupandomi di tutto. Ho fatto coincidere, prima dei trent’anni, il mio lavoro con una delle mie due passioni: il cinema. L’altra mia passione e’ la letteratura. Sono giornalista professionista dal 1947, dal 1953 ho cominciato a far coincidere il lavoro con il piacere, con il cinema. Io sono in pensione dal 1989, ma lavoro ancora. Se tornassi indietro nel tempo? Non potrei che essere quello che sono. L’unico limite che trovo nella mia scelta e’ che sono costretto a vedere troppi film inutili, ma non riesco a leggere uno dei libri che ‘riempiono’ la mia casa. Pensi che ho fatto dono al comune di Levanto di meta’ dei miei libri. E, nonostante cio’, ho la mia casa piena di libri. Che non leggo, purtroppo. E questo e’ l’unico rimprovero e limite delle mie scelte che, comunque, rifarei identiche.