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La guerra «in tutte le sue possibili incarnazioni», quella che si combatte sul campo, in famiglia o contro se stessi. Il disorientamento alla soglia dei trent’anni. ‘Il corpo umano’, atteso nuovo romanzo di Paolo Giordano ci mette davanti a temi forti, a domande alle quali è difficile trovare una risposta.
A cinque anni dall’esordio con ‘La solitudine dei numeri primi’, caso editoriale che ha venduto 2 milioni di copie in Italia, ha vinto il Premio Strega, il Campiello Opera Prima ed è diventato un film di Saverio Costanzo, lo scrittore ha scelto l’Afghanistan – dove è stato più di una volta negli anni scorsi – come fonte di ispirazione, scenario e anima della sua storia. Un cambiamento di contesto, rispetto al suo libro d’esordio che non lascia fuori però i conflitti familiari.
I ragazzi del terzo plotone Charlie, comandati dal maresciallo Antonio Renè, sono destinati a uno dei luoghi più pericolosi di tutta l’area del conflitto: la forward operating base (Fob) Ice, in «un recinto di sabbia esposto alle avversità». L’ultimo arrivato, l’ingenuo caporalmaggiore Roberto Ietri, ha vent’anni. Fra loro il violento e sempre sopra le righe Cederna, il sardo Torsu che chatta appena può, Di Salvo che fuma marijuana. Sfiniti dal caldo, dalla paura, dalla condivisione di uno spazio ristretto, solo di notte ritrovano un pò se stessi, quando vengono assaliti dai ricordi. E nel silenzio assoluto riescono a sentire il corpo umano. In Afghanistan li aspetta il tenente medico Alessandro Egitto, che è lì per sfuggire a una situazione privata che considera più pericolosa della guerra. La sua storia si incrocia con quella del plotone e il passato di questo tenente viene raccontato attraverso piccole schegge.
Al suo esordio, con la storia di Alice e Mattia, uniti e divisi nello stesso tempo, aveva raccontato di scrivere per «la necessità di mettere ordine nelle cose, di fare chiarezza». E anche in questo nuovo libro si sente lo stesso bisogno nel raccontare questo gruppo di amici nel bunker e il rapporto fratello e sorella. Lei, Marianna, è la prediletta dei genitori che pretendono troppo da questa figlia che alla fine risponderà con il silenzio. Al suo matrimonio fatto per ripicca, non certo per amore, inviterà solo il fratello. Così Alessandro si trova al centro di una famiglia spaccata in due. Da quella «bolla di sicurezza» in quel recinto di sabbia in Afghanistan, il tenente Alessandro Egitto va avanti e indietro nel tempo. Così Giordano racconta un territorio difficile, dove i soldati piangono e dove c’è anche consolazione. Ognuno di loro dovrà fare i conti anche con quello che ha lasciato in Italia e al ritorno la linea che separa la giovinezza dall’età adulta sarà stata superata.
Romanzo più maturo del precedente, ‘Il corpo umano’ ha un ritmo coinvolgente nell’alternare scenari di guerra e la storia dei due fratelli, e benchè, come viene precisato nella nota d’apertura, «questo romanzo è frutto dell’immaginazione dell’autore. Gli eventi di cronaca e i personaggi realmente esistenti o esistiti sono trasfigurati dallo sguardo del narratore», si sente l’esperienza vissuta dello scrittore e lo sguardo inconfondibile sugli intrecci familiari di Giordano. L’autore ha trent’anni, è laureato in fisica prima di essere uno scrittore bestseller e dice di sentirsi ancora «un perfetto esordiente e spero sia così per questo e per i prossimi libri».
PAOLO GIORDANO, IL CORPO UMANO (MONDADORI, PP 309, EURO 19).