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(Adnkronos) – “Abbiamo bisogno di ‘Wicked’, spero che chi lo guarderà possa chiedersi ‘come posso essere un amico o un’amica migliore? Come posso diventare più buono o più empatico? Come posso mettermi nei panni degli altri? In un mondo così polarizzato l’amicizia, femminile o no, e l’amore rappresentano un mezzo necessario per sopravvivere alla devastazione generale. E lo è da sempre”, infatti, “‘Wicked’ è uscito 21 anni fa e mi è sembrato incredibilmente attuale, così come ‘Il mago di Oz’”. A dirlo all’Adnkronos è Ariana Grande, interprete di Glinda, protagonista dell’adattamento di uno dei musical di maggior successo – scritto da Winnie Holzman e Stephen Schwartz, che ha debuttato a Broadway nel 2003 – insieme a Cynthia Erivo, interprete di Elphaba.  Il film racconta l’amicizia tra le due, prima di diventare rispettivamente la strega buona del Sud e la strega cattiva dell’Ovest. Tutto ha inizio quando Glinda si iscrive alla prestigiosa Università Shiz con la speranza di studiare stregoneria con la celebre Madame Morrible (qui con il volto di Michelle Yeoh). L’attenzione della professoressa è tutta su Elphaba, che si è recata all’ateneo solo per accompagnare la sorella disabile Nessarose. Per una serie di eventi, Elphaba e Glinda sono costrette a diventare coinquiline: tra le due nasce subito una forte antipatia, esasperata dalla grande popolarità di Glinda e le discriminazioni che Elphaba subisce per via del colore della sua pelle verde. Per il regista Jon M. Chu (già alla regia di ‘Now you see me 2’, ‘Crazy & Rich’, ‘Sognando a New York – In the Heights’ e ‘Wicked: Part 2’) “stiamo attraversando grandi cambiamenti. Quando siamo bambini ci dicono che tutto è bello e buono, ma crescendo capiamo che la strada per un mondo migliore è affrontarci e ascoltarci. Un film come ‘Wicked’ ci incoraggia a superare qualsiasi cosa se impariamo ad abbracciare se stessi e la propria unicità per unirci agli altri”.  —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.