Tempo di lettura: 3 minuti

(Adnkronos) –
Una "brutta notizia", certo. "Per l'Europa e per l'Italia", dice Elly Schlein. Ma il voto americano e la vittoria di Donald Trump nelle elezioni Usa 2024 vengono letti anche come un avvertimento dai dem italiani. Perchè quello che è considerato il 'campione' del sovranismo, del populismo, del sessismo ha stravinto stanotte negli Usa. Nonostante i processi, l'assalto a Capitol Hill, nonostante una campagna oltre ogni limite del politicamente 'scorretto'. Ed è un dato che impone un riflessione, oltre che la reazione a spingere per un'Europa più forte.  A partire dagli "investimenti comuni" e da "una propria autonomia strategica" a livello geopolitico, argomenta Schlein che lega Giorgia Meloni, la presidente premiata da Elon Musk, al trumpismo: "Quello che vediamo non è molto diverso da quello che già stiamo vedendo con l'estrema destra al governo in questo Paese". Schlein mette in guardia chi oggi esulta per la vittoria del tycoon, come Matteo Salvini: "Chi oggi lo festeggia per ragioni di bandiera smetterà presto quando gli effetti di una nuova politica protezionistica colpiranno le imprese e in lavoratori in Europa e anche qui nel nostro Paese".  
Per la segretaria del Pd l'unica reazione possibile è rafforzare l'Ue, di cui la presidenza Trump potrebbe mettere a rischio una tenuta già minata – è la preoccupazione dem – dalle spinte sovraniste di Orban e delle destre crescenti. "Serve uno slancio forte dell'Unione europea, in modo coeso, in modo unito, che rimetta al centro una politica di investimenti comuni – dice Schlein – come è stata quello del Next generation Eu, in grado di generare una vera politica industriale europea, che possa guidare l'innovazione e anche la conversione ecologica perché chi ha vinto negli Stati Uniti nega apertamente l'emergenza climatica".  Insomma, un modello alternativo. "Noi speravamo che andasse in un altro modo perché non ci riconosciamo, né mai ci riconosceremo, in una idea di società dove i miliardari, che ieri festeggiavano chiusi in una stanza con Trump, si ergono a paladini del ceto medio che si è impoverito quando sono loro stessi quelli che si sono arricchiti sfruttando il lavoro. Noi continuiamo ostinatamente a costruire un'alternativa a questa idea di società qui in Italia". 
L'ex-commissario Paolo Gentiloni va dritto al punto: "L'America ha scelto Donald Trump. Ora molto dipenderà dall'Europa. Deve essere più unita e più forte". Perchè, come sottolinea Stefano Bonaccini, per l'Ue "si aprono scenari di grande incertezza, di fronte a una nuova autarchia americana, con Trump che ci ha indicato come avversari. Ma è proprio nei momenti più difficili che servono lucidità e determinazione. Verrebbe da dire: non sia la volta buona che ci si svegli, comprendendo che serve una Europa con politiche economiche, fiscali, sociali e di difesa comuni". Lo ribadisce anche Dario Nardella: ora "il sogno di David Sassoli diventa un imperativo.L'Europa deve darsi una vera politica estera e dotarsi di una vera difesa comune".  Ma quanto accaduto negli Usa impone anche una riflessione: "Non si può rispondere sventolando il vessillo di un populismo di sinistra", sottolinea Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Ue alludendo ad altre reazioni nel campo progressista italiano. Per Debora Serracchiani "a noi sta imparare la lezione o ignorarla, continuare a coltivare l'orto sicuro delle nostre certezze valoriali o fare i conti con le asprezze, le incertezze e i bisogni di persone in carne e ossa che misurano i soldi, cui dell'Europa, della Russia o della Cina importa poco o nulla". La "sberla", come la definisce, di Trump impone un cambio di passo: "Oggi possiamo decidere di diventare rapidamente adulti, affrontare i temi scomodi che muovono le masse, offrire una proposta alternativa e convincente. Oppure possiamo rassegnarci pensosamente ad accompagnare un declino delle democrazie occidentali il cui sentiero sembra già tracciato".   —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.