Tempo di lettura: 1 minuto

(Adnkronos) – "Milano è fuori controllo, ha subappaltato intere zone alla criminalità organizzata sia italiana che araba". Così il giornalista Klaus Davi, dopo l'aggressione avvenuta ieri pomeriggio davanti alla moschea di viale Jenner a Milano. Alcune decine di persone lo hanno circondato, tentando di sequestrargli l'attrezzatura e un referente della moschea ha tentato di sottrargli una telecamera, utilizzata per le interviste realizzate per strada incentrate sulle elezioni Usa e l'orientamento dell'opinione pubblica di fede musulmana. Il giornalista si è rifiutato a più riprese di consegnare il materiale e si è rifugiato in un bar pochi metri distante dal luogo di culto. Un gruppo di persone lo ha inseguito nel locale e ha continuato ad aggredirlo e insultarlo. Dopo pochi minuti di alta tensione, nel bar sono entrati tre agenti della Questura di Milano che hanno prelevato il giornalista e lo hanno portato via. L'auto di servizio della polizia è stata bersagliata da calci e pugni. "Quei giovani sono stati mandati da un capo cosca arabo. Mi auguro che ora, oltre a parlare tutto il tempo delle presunte trame del Mossad, a Milano si possa far luce sulle associazioni mafiose che gestiscono alcuni di questi centri culturali e davanti alle quali lo Stato in questi anni è sembrato arrendersi per buonismo o sottovalutazione" afferma Davi. "È vero che sia io che gli agenti abbiamo rischiato la vita, come gli stessi poliziotti, che ringrazio, hanno ribadito a più riprese nel corso della fuga in auto dalla moschea, ma è anche vero che qualcuno deve pur mostrare cosa è diventata la mia città. Per cui andrò avanti con le mie inchieste finché qualcuno prenderà provvedimenti seri" conclude il giornalista.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.