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(Adnkronos) –
Fabio Masi è il titolare della storica libreria Ultima Spiaggia di Ventotene, luogo di incontro di una comunità che si nutre di libri, della cultura e della storia dell'isola. Oggi parla con l'Adnkronos del significato del Manifesto di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e del valore che dovrebbe avere nella costruzione di una Europa più forte. Si preoccupa di come poterlo diffondere di più e meglio, prima ancora delle polemiche seguite alle parole della premier Giorgia Meloni.  
Che effetto le ha fatto lo scontro alla Camera sul Manifesto?
 Ho fatto un sobbalzo. Ero al lavoro nella mia altra libreria di Camogli e ho realizzato quello che stava succedendo alla Camera quando ho iniziato a ricevere una valanga di messaggi. La cosa che mi ha colpito è che Ventotene tornasse nuovamente centrale nella discussione politica. Mi ha anche intristito per i modi e per i toni, ovviamente. Il Manifesto dovrebbe essere un patrimonio condiviso e invece ci si divide in quel modo… 
Cosa comporta questo ritorno nelle cronache politiche di Ventotene?
 L'effetto principale che sta avendo la discussione di queste ore è che molte persone stanno acquistando il Manifesto, stanno crescendo significativamente le richieste (su Amazon è al tredicesimo posto tra i libri più venduti, ndr). E i pochi che l'avevano letto lo stanno rileggendo per capire quanto, dal mio punto di vista, sia strumentale l'utilizzo che ne ha fatto la premier Giorgia Meloni. E questo è un segnale importante.  
Cosa rappresenta il Manifesto di Ventotene per l'isola, come si rinnova nel tempo il legame tra una dimensione locale e l'Europa, una dimensione ancora da esplorare?
 Siamo ancora indietro ma qualcosa sta cambiando. Vedo crescere anno dopo anno l'interesse per il Manifesto, che invece negli anni 80 gli stessi isolani tendevano a nascondere, quasi a voler rimuovere la loro storia di terra di confino. Non a caso, proprio in quegli anni vennero abbattuti i cameroni dove vivevano rinchiusi gli esiliati politici. Piano piano si sta cercando di recuperare l'identità delle due isole, Ventotene e Santo Stefano, ma c'è ancora molto da fare. E' triste che non ci sia sull'isola un museo dedicato ai confinati e che non ci sia una visita ai luoghi di confino: i cameroni, le mense, le botteghe dove è nato lo spirito europeo di Ventotene. E c'è un altro dato significativo: in Europa in molti Paesi non esiste il Manifesto tradotto nella lingua locale. Un tedesco può scaricarlo da internet ma non può averne una copia cartacea in tedesco e fino a poco tempo fa non esisteva stampato in inglese e in francese. Dobbiamo fare di più per valorizzare il Manifesto.  
Sabato il Pd ha organizzato un flash mob a Ventotene. Che senso ha un'iniziativa del genere?
 E' una reazione corretta e giusta dopo quello che è successo. Ma non vorrei che rimanesse un'iniziativa estemporanea. Dobbiamo lavorare tutti i giorni sul messaggio e l'importanza del Manifesto. Andrebbe organizzato stabilmente, ogni anno, un incontro a Ventotene da parte di chi vuole aiutare l'Europa a crescere, partendo ovviamente dalla sinistra italiana ed europea. (Di Fabio Insenga)  —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

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