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(Adnkronos) – Con l'accusa di omicidio volontario, ha preso avvio oggi, sabato 15 marzo, il processo davanti alla Corte di Assise di Arezzo nei confronti di Sandro Mugnai, l'artigiano aretino che il 5 gennaio 2023 uccise a fucilate il vicino di casa, Gezim Dodoli, 59 anni, che con una ruspa gli stava buttando giù l'abitazione a San Polo, frazione del comune di Arezzo.  La Corte d'Assise è stata costituita con la presidente Anna Maria Loprete, con a latere il giudice togato Giorgio Margheri e sei giudici popolari. La prima un'udienza è stata di natura prettamente tecnica. La Corte ha ammesso tutti i testi citati dalle parti: i parenti presenti la notte dell'Epifania di due anni fa nella casa attaccata, alcuni connazionali della vittima albanese, i carabinieri e gli specialisti del Ris di Parma che hanno condotto le indagini, i consulenti di parte.  L'imputato Sandro Mugnai era assente in aula. Per i suoi difensori avrebbe agito per difendere sé stesso e la sua famiglia. Secondo le parti civili, Mugnai avrebbe, invece, iniziato a sparare prima che la ruspa si lanciasse all'attacco della sua casa. Le parti civili hanno anche richiesto anche la trascrizione della chiamata al 112 effettuata quella tragica sera. L'udienza è stata aggiornata all'8 aprile: saranno ascoltati i testi citati dal pubblico ministero Laura Taddei. La sera del 5 gennaio 2023 Mugnai e la sua famiglia si trovavano all'interno della loro casa quando ci fu l'assalto con la ruspa da parte di Gezim Dodoli. Con un escavatore, dopo aver travolto quattro auto sul piazzale, la vittima cominciò a distruggere l'abitazione. A quel punto Mugnai, dopo aver imbracciato il fucile da caccia sparò cinque colpi uccidendo il vicino di casa.  Mugnai venne arrestato dai carabinieri per omicidio volontario. Pochi giorni dopo il giudice per le indagini preliminari Giulia Soldini lo scarcerò, riconoscendo nella sua condotta la legittima difesa. Quando tutto sembrava orientato verso l'archiviazione, il pubblico ministero Laura Taddei chiese e ottenne il rinvio a giudizio per Mugnai: l'ipotesi di reato contestato dalla Procura era quello di eccesso colposo di legittima difesa e per questo chiese in aula 2 anni e 8 mesi di condanna.  A quel punto ci fu il colpo di scena: secondo il gup Claudio Lara non fu eccesso colposo di legittima difesa né di legittima difesa. Il giudice ha poi chiesto alla Procura di procedere con un nuovo capo d'imputazione: omicidio volontario. Da questa ipotesi di reato è partita la nuova udienza preliminare, che si è conclusa lo scorso 24 gennaio con la richiesta di rinvio a giudizio.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

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