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Gli hacker filo russi hanno colpito nuovamente l’Italia. Per ormai quasi una settimana banche, aeroporti e numerosi altri obiettivi ed Istituzioni italiani hanno subito questi attacchi dichiaratamente intesi a contestare alcune frasi del nostro Presidente della Repubblica. Noi non abbiamo verificato personalmente queste notizie che ci arrivano dalle agenzie e dai giornaloni ma i fatti sembrano certi anche perché reiterati e quindi alcune considerazioni molto importanti si impongono.
Le Autorità italiane hanno reagito e i disservizi sono stati minimizzati; tutto questo significa che esiste un pezzo importante della difesa -cioè dell’esercito- che “combatte” seduto dietro una scrivania con un computer davanti che è un’arma; da un lato c’è chi attacca e dall’altro c’è un altro che si difende; la cosa è formalmente lo scontro tra un sistema offensivo e uno difensivo: la guerra; i carri armati come gli aerei e i missili e le portaerei sono ormai nella realtà solo una porzione forse meno decisiva di una volta, delle guerre combattute.
La tecnologia non è sempre “buona” anzi, quanto più avanzata è, più danni può fare. E nulla può fermare l’uso dissennato e cattivo di essa.
L’azione nel nostro caso è “dimostrativa” ci dicono gli esperti; cioè non è intesa a far male o danni ma a dimostrare che possono far male cioè possono bloccare o influire su di in una Istituzione, un aeroporto, una super banca e quindi tutti i nostri soldi ivi depositati sono direttamente sotto una spada di Damocle come anche la regolare negoziazione dei titoli… se è questo che vuole dimostrare di poter fare l’esercito degli hacker significa che costringere la gente, come fa il nostro governo, a detenere i propri averi nelle banche è una specie di suicidio collettivo; Putin così facendo non ha dimostrato apertamente tutto quello che può fare; non ha scoperto le carte della sua potenza tecnologica … ha solo giocato al videogame. Tutto ciò significa che Putin, pur non avendo gradito qualcosa della nostra politica, ha soltanto fatto una garbata tiratina di orecchie! tutto ciò significa che dipendere così totalmente da queste tecnologie “sicure” è militarmente pericolosissimo; inoltre queste tecnologie sono fornite da società internazionali che quindi hanno il “potere” di spegnere o influenzare l’Italia con un click! È una nuova forma di indipendenza vigilata? Ci si deve chiedere anche perché una o più società private che detengono un potere del genere dovrebbero intimidirsi di fronte ad un accertamento fiscale italiano? Rincareranno le prossime fatture emesse all’Italia per un importo simile…o forse maggiore!
In questo contesto che probabilità abbiamo non dico di vincere una guerra ma di arrivare al terzo giorno di ostilità? Certo, sono state approntate delle difese; forse potremo provare un contrattacco; ma è certo che esiste un solo esito possibile: una ecatombe di tecnologie nell’una e nell’altra parte. E se le super potenze per amore della pace o per divenire “Grandi di nuovo” raggiungessero un accordo qualunque, saremmo destinati alla sudditanza perpetua; e assieme a noi anche gli altri esclusi da tale linea politica.
Conviene dichiarare IMMEDIATAMENTE la perenne neutralità italiana per incarnare un modello di società ed economia ove la cultura, l’identità, il rispetto per l’ambiente e non l’accumulazione fine a se stessa siano il senso della centralità dell’uomo. Noi abbiamo giacimenti di arte e vestigia, di Storia e pensiero unici al mondo e dal valore perpetuo quindi dovremmo tirarci fuori da queste beghe sostanzialmente barbariche come sono le guerre che pensavamo fossero state consegnate ai libri di scuola; le guerre non sono concepibili per i popoli come il nostro che hanno dovuto imparare dalla storia la forza e il valore della mitezza e della collaborazione che sono l’inverso della competizione e dell’estremo arricchimento patologico ed inutile.