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(Adnkronos) – La crociata di Nick Kyrgios contro Jannik Sinner continua. Il tennista australiano ormai da tempo critica l'azzurro per il caso doping che lo ha riguardato, nonostante l'assoluzione in primo grado e un giudizio ancora in sospeso dopo il ricorso presentato dalla Wada, con il Tas che si esprimerà non prima di febbraio 2025. Kyrgios, di solito molto attivo su X, questa volta ha parlato direttamente della possibilità di affrontare Sinner in campo. L'australiano infatti, dopo un periodo lontano dal tennis giocato, tornerà a gareggiano all'inizio della nuova stagione, e potrebbe quindi affrontare Jannik agli Australian Open: "Il rispetto andrebbe a farsi benedire", ha detto Kyrgios al Nothing Major Podcast, "Sento di avere molto di più, ho qualcosa in più di lui, siamo onesti. Voglio scendere in campo e voglio davvero giocare contro Sinner".  "È come se lo stessi aspettando. Ci ho pensato e ripensato, ne ho parlato un po’. Se giocassi contro di lui all’Australian Open, farei in modo che ogni singola persona tra il pubblico gli si scagli addosso. Trasformerei tutto in una rivolta assoluta e farei qualsiasi cosa per vincere", ha aggiunto Kyrgios. Ma perché questo livore nei confronti di Sinner? "Io non ho fallito nessun test antidoping, qui non c'è nulla di personale. Perché dovrebbe essere una questione personale cono Iga Swiatek? Non ho niente di personale nei suoi confronti", ha detto l'australiano riferendosi alla tennista polacca, sospesa per un mese dopo una positività. "Tutti dovrebbero competere alla pari, questo che mi fa incazzare. Quando guardo Roger e Djokovic… sono degli dei ai miei occhi. Quando hai uno di noi quattro (Isner, Querrey, Sock, Johnson, ndr) contro uno di loro… sento che ci sono molti fan che vogliono che facciamo bene perché siamo persone con cui ci si può identificare. Ci vedi al bar a bere qualcosa, siamo umani". "Questi ragazzi – ha detto riferendosi ai top player – hanno già un vantaggio perché sono semplicemente degli dei. Poi se prendono tutti questi altri farmaci per migliorare le prestazioni, mi fa solo arrabbiare. Io non l'ho mai fatto. Non lo farò mai. Bevo alcol e potrei non dormire quanto dovrei. Mi sto già mettendo con le spalle al muro da solo. Poi devo scendere in campo e questo tizio si sta spalmando una pomata su tutto il corpo, allora non è giusto. Ecco perché sono arrabbiato per questo". "Una volta che vieni scoperto non puoi comportarti come se fossi la vittima. Questo è ciò che mi fa incazzare ancora di più. Sono tipo 'aspetta un attimo… sei responsabile del tuo team, vero?'. Diciamo che usciamo e andiamo a una festa… Come può succedere nel nostro sport che qualcuno venga punito con una squalifica di 2 anni per aver trascorso una serata fuori rispetto a qualcuno che sta effettivamente cercando di migliorare le proprie prestazioni? Hanno entrambi torto, ma non c'è discussione su chi sia peggio…".  —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

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