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(Adnkronos) – Tutti conoscono l'importanza della flora intestinale, cioè il microbiota, nel benessere generale: questi microrganismi infatti aiutano ad assimilare il cibo, proteggono da molte malattie e producono sostanze utili al nostro metabolismo, tra cui le vitamine, inclusa la vitamina D, gli acidi grassi a catena corta (Scfa), alcuni ormoni e dei neurotrasmettitori. In base alla composizione del microbiota, esiste però una correlazione anche per patologie oculari in cui è presente una componente infiammatoria, come la degenerazione maculare legata all'età (Dmle), un'alterazione della superficie oculare, come nel caso dell'occhio secco (del eye), o problemi neurodegenerativi, tipo il glaucoma. Sono i temi del terzo episodio, appena pubblicato, della seconda stagione di 'Ascolta e vedrai', il podcast de 'L'Oculista Italiano', che ha per titolo 'Microbiota e microbioma: una protezione contro le infezioni oculari'.  Anche il microbioma, dal canto suo, può essere alterato da vari fattori – eccessiva igiene, stress, esercizio fisico, terapie farmacologiche – e, soprattutto, dall'alimentazione. Ci sono però altre condizioni, relative a problemi oculari o cure per risolvere delle infezioni anche a carico degli occhi, che possono creare un circolo vizioso. Il riferimento è alla sindrome dell'occhio secco, alle immunodeficienze, congenite o acquisite, ma anche all'uso delle lenti a contatto o di cheratoprotesi e, chiaramente, all'utilizzo frequente e improprio di antibiotici. Come si può scoprire ascoltando il podcast, sulla superficie oculare esistono poi microorganismi non patogeni (microbioma) che colonizzano la congiuntiva e la cornea. E questo aspetto, apparentemente poco interessante, può aiutare lo specialista non solo a riconoscere quando sussistono i fattori per un aumento del rischio di infezione intraoculare, ma anche nella determinazione della profilassi antibiotica più efficace per prevenire infezioni post-operatorie.  Anche in questo contesto, viene in aiuto la dieta mediterranea, dichiarata patrimonio dell'umanità dall'Unesco. Grazie all'elevato consumo di legumi, verdure, cereali integrali e frutta, in particolare carboidrati non digeribili come fibra e amido resistente, si conferma avere un ruolo fondamentale nel preservare gli equilibri del microbiota poiché ha un elevato potenziale prebiotico. Le sostanze non digeribili contenute in natura in alcuni alimenti – principalmente fibre idrosolubili, non gelificanti tra cui i polisaccaridi non amidacei o beta-glucani, i fructani, gli oligofruttosaccaridi, le inuline, il lattitolo, il lattosaccarosio, il lattulosio, le pirodestrine, gli oligosaccaridi della soia – promuovono infatti la crescita, nel colon, di una o più specie batteriche utili allo sviluppo della microflora probiotica.  Nel dettaglio, spiega il podcast, dato il ruolo dell'infiammazione e dei radicali liberi nell'insorgenza della degenerazione maculare legata all'età, si è ipotizzato che alcuni nutrienti ad azione antiinfiammatoria ed antiossidante, direttamente o indirettamente, tramite il microbiota intestinale possano avere effetti benefici nella prevenzione della Dmle. Questa ipotesi ha suscitato molto interesse da parte di tutta la comunità scientifica, che ha iniziato ad analizzare l'efficacia di prebiotici e probiotici, nonché degli alimenti ricchi di antiossidanti, come strategia di prevenzione per la Dmle. Studi recenti hanno inoltre dimostrato che malattie dell'occhio come l'uveite potrebbero migliorare agendo sul microbiota intestinale. Siamo solo all'inizio, ma sono dati incoraggianti per approcci sempre più efficaci e meno invasivi alle malattie, anche dell'occhio. Un motivo in più per ascoltare l'ultimo episodio appena pubblicato in 'Ascolta e vedrai' il podcast dell'Oculista Italiano presente nelle piattaforme – Apple Podcast, Google Podcasts, Spotify, Spreaker – e su oculistaitaliano.it, dove si possono trovare anche altri approfondimenti e aggiornamenti. Il prossimo episodio sarà dedicato agli occhi dei bambini. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

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