Tempo di lettura: 3 minuti
Ennio Flaiano lo Statista dei pensieri – Gli Italiani? : “vogliono la rivoluzione ma fanno le barricate con i mobili degli altri”. Il 20 novembre 1972, moriva a Roma Ennius Flaianus meglio Ennio Flaiano. Non proveniva da una formazione classica ma da giovane era stato bocciato come ragioniere. Acuto osservatore e smaliziato del nostro tempo, nacque a Pescara nel 1910 e visse nella nostra repubblica terrena e italiana fino al 1972.Giornalista letterato, critico teatrale e autore cinematografico. Vinse lo Strega con “Tempo di uccidere” che gli pubblicò Leo Longanesi. Un bel pensiero sugli italiani è stato: “l’italianità non è una nazionalità ma una psugliione e gli italiani non sono una razza ma una collezione”. È stato critico cinematografico di varî periodici e, dal 1949 al 1953, redattore capo del settimanale Il Mondo; critico teatrale de L’Europeo e collaboratore del Corriere della Sera. Insomma, possiamo definirlo uno Statista dell’azione e del pensiero? A mio parere è stato un grande visionario del suo tempo, ma soprattutto di quello attuale che continua a dimenarsi tra liquidita, incertezze, ansie di poco conto e tanto spettacolo che per ridere bisogna aiutarsi con il solletico umano. Tante le citazioni, gli aforismi intelligenti e arguti da utilizzare addirittura per una lezione approfondita di educazione civica in qualunque scuola del nostro piccolo, piccolo paese. Un paese, il nostro, come diceva appunto il saggista pescarese : “L’Italia è un paese dove sono accampati gli italiani”. Uno scrittore inclassificabile per molti dei suoi lettori ma anche critici pronti a tutto.
Ennio Flaiano lo Statista dei pensieri
Forse perché la scena letteraria per lui non è mai esistita a suo modo di pensare non andava presa sul serio. Per altri Flaiano è stato considerato un battutaro semplice o grande a secondo le circostanze ma anche un inventore di epigrammi. Certo se dovessimo generare una sintesi si potrebbe dire che Flaiano era tutto quello che è stato detto di lui e tutto il contrario. Uno Statista della parola , del pensiero, la voce scritta più spiritosa d’Italia. Una luce in fondo al tunnel di cui ancora non si vede l’uscita. La curiosità è quella di pensare: Se fosse ancora in vita di questi tempi cosa avrebbe detto in questo ammasso di sciocchezze e di volgarità che veleggia su questo mare italiano? Avrebbe saputo trovare la giusta chiave di lettura per illuminare chi ancora non ha perso il lume della ragione? Ripensando che siamo nati con un’idea della vita e poi abbiamo dovuto cambiarla cosa avrebbe detto? Pensando che abbiamo creduto nella letteratura , nell’arte e oggi sappiamo che l’arte non esiste più e che i letterati lavorano in cucina come camerieri e dove i poeti veri fanno i cuochi per non morire di fame, cosa avrebbe consigliato di dire? Alla fine, probabilmente avrebbe detto: “ In ogni minoranza intelligente c’è una maggioranza di imbecilli”. Forse si sarebbe stretta la mano con lo scrittore irlandese Oscar Wilde che a proposito gli avrebbe consigliata quella sua frase : “Il problema è così complesso che non ha trovato soluzione neanche il mio barbiere”. Del resto in questo tempo non esiste che un solo peccato, la stupidità. Piace ricordare Flaiano con il pensiero dello scrittore fiorentino Pietro Citati : “Era un vero scrittore, che, per tutta la vita, chissà per quale ragione, si mascherò da giornalista: gli piaceva nascondersi, cambiare nome, fingere di essere un altro, far credere di essere uno sceneggiatore, come se fosse stato soltanto l’ombra di Fellini. Era molto spiritoso e intelligente – ma a lui non importava nulla né dello spirito né dell’intelligenza, perché la sua unica passione era il culto dell’immane, enorme, esagerata stupidità, in cui vedeva qualcosa di straordinario. Per Flaiano, non esisteva nulla di più bello ed affascinante della stupidità…”. Ricordare Flaiano è come dire che ogni Santo ha un passato , mentre ogni peccatore ha un futuro.