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(Adnkronos) –
Il presidente Joe Biden autorizza l'Ucraina a lanciare i missili a lungo raggio americani contro obiettivi militari in Russia. Kiev potrà utilizzare i missili Atacms, come chiesto per mesi dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La guerra, che si avvia a tagliare il traguardo dei 1000 giorni, cambia volto. Mosca reagisce immediatamente alla novità con proclami minacciosi: "Ci sarà un'escalation gravissima". A due mesi dalla sua uscita di scena, con Donald Trump in arrivo alla Casa Bianca tra promesse di pace da raggiungere in fretta, Biden prende una decisione che modifica il quadro del conflitto. Le forze armate ucraine potranno colpire obiettivi in Russia con i missili che hanno la capacità di viaggiare per oltre 300 km.  
Gli Atacms potranno essere usati inizialmente solo nel Kursk, la regione russa nella quale sono stati dispiegati migliaia di soldati della Corea del Nord. I missili sono un messaggio chiaro per Kim-Jong un: i militari di Pyongyang saranno colpiti e spazzati via, il loro invio sul teatro di guerra è stato un errore 'costoso' in termine di perdite. 
Gli Stati Uniti hanno negato l'autorizzazione per l'uso degli Atacms in territorio russo per circa 2 anni. Anche a settembre, quando Zelensky è volato negli Usa per illustrare il suo 'Piano per la vittoria', l'ok della Casa Bianca non è arrivato. Washington ha fatto notare che nemmeno gli Atacms avrebbero potuto colpire basi e strutture spostate dalla Russia al di fuori del raggio degli Atacms.  Ora, l'inversione di marcia. La decisione di Biden si inserisce in un quadro più ampio, se si tiene conto di cosa riporta Le Figaro: Francia e Gran Bretagna hanno autorizzato Kiev a lanciare missili Scalp/Storm Shadow contro obiettivi russi. E in questo caso non sembra ci siano raccomandazioni specifiche per limitare l'impiego dei missili nel Kursk. L'Ucraina si prepara a lanciare i primi attacchi con gli Atacms in tempi brevi: "I missili parleranno da soli", dice Zelensky. 
Gli Atacms probabilmente non saranno un game changer nel conflitto. L'Ucraina potrà però provare ad alleggerire la pressione nel Kursk, dove la Russia avrebbe ammassato 50mila uomini in vista di un'offensiva, e gestire le risorse in maniera diversa anche nel Donetsk, dove la spinta degli invasori è costante da mesi e sottopone le difese ad uno stress costante.  Le news rimbalzano a Mosca e arrivano a stretto giro le prime reazioni. Leonid Slutsky, presidente della Commissione Esteri della Duma, afferma che "gli attacchi con missili Usa contro regioni russe porteranno inevitabilmente a una grave escalation che rischia di avere conseguenze estreme. L'amministrazione Biden lascia a Trump non solo il problema di risolvere la crisi ucraina ma anche quello di evitare uno scontro globale", dice. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri, si limita a ricordare che sul tema si è già pronunciato il presidente Vladimir Putin. Ci pensa l'agenzia Tass a ricordare le parole del leader, che circa un mese fa ha fatto riferimento a "varie opzioni" per rispondere all'eventuale attacco con missili a lungo raggio. "Solo gli specialisti della Nato possono farlo", ha aggiunto riferendosi alla gestione dei missili. "Questo significa che la Nato – gli Usa e i paesi europei – sono in guerra con la Russia. E se questa è la situazione, prenderemo le decisioni appropriate in risposta alle minacce nei nostri confronti".  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

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