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Nancy Pelosi vanta un cognome tipicamente italiano e meridionale. Lo ha acquisito dal marito Paolo che come lei è figlio di italiani. I genitori di Nancy sono abruzzesi e molisani e sono scappati dall’abbandono in cui dall’Unità versano le loro Terre; Terre che hanno lasciato all’inizio del novecento. Nancy e Paolo hanno cinque figli e una cospicua fortuna di alcune centinaia di milioni di dollari. Una famiglia e una mentalità quindi chiaramente meridionali “all’antica” lavoratori indefessi e anche ambiziosi ma non tanto da scaricare famiglia e sentimenti. Perché non hanno mai pensato di tornare nei luoghi di origine magari con investimenti o per la vecchiaia? Non lo sappiamo, ma possiamo immaginarlo vedendo lo stato di spopolamento in cui versano quelle Terre. Ancora oggi da lì scappano i giovani e meno giovani mentre affluiscono per poche ore curiosi che vogliono vedere oggi come eravamo allora. Anche l’orgoglio delle proprie origini è affievolito e non considerano la loro una “Terra Promessa” da ritrovare, valorizzare, onorare. L’orgoglio meridionale è stato offeso e sradicato dalla narrazione nordica sulla malavita e altro che ha coinvolto l’intera popolazione meridionale. Ma v’è dell’ altro: la Nancy quando ha avuto per presidente Trump -chiaramente voluto dai numerosi stati non ricchi degli USA e cioè i numerosi “Mezzogiorno” americani- non ha avuto un attimo di esitazione nel mettersi dalla parte dei democratici difensori degli interessi e delle idee degli stati ricchi delle coste est ed ovest americani. Come mai? Possibile che da speaker del Congresso non abbia sentito il bisogno di individuare o favorire una strategia di rilancio delle zone ancora tagliate fuori dallo sviluppo, almeno quelle americane che sono rappresentate proprio da lei? Zone da dove partono milioni di americani per andare a cercare fortuna nelle zone ricche? Quindi interi stati votati allo spopolamento e desertificazione come il Molise e l’intero Sud? Non era meglio lasciarci i pellerossa? Al posto della Pelosi lo avremmo almeno pensato quanto meno per riscattare il sacrificio dei nostri genitori!!! Ma se i meridionali non hanno orgoglio e consapevolezza delle proprie possibilità, se non operano almeno loro per sanare questa opera di concentrazione insana della popolazione in poche aree ristrette, se non utilizzano la loro esperienza e le loro forze spesso (come in questo caso) rilevanti per invertire il malfunzionamento del sistema occidentale, se addirittura si pongono al servizio dei più forti e della parte malata dell’Occidente…. avremo sempre esodi biblici da una parte all’altra del pianeta. Quindi per salvare più di metà dell’ Italia dall’abbandono potremmo cominciare a ricreare e allargare l’orgoglio di sé che certa cinematografia e certa narrazione hanno sistematicamente indebolito; ricreare l’orgoglio perduto per una cultura che è senza dubbi una delle prime del Mondo partendo proprio dai meno fortunati, quelli particolarmente vulnerabili all’adescamento costituito dal danaro; danaro concentrato in quelle multinazionali che non lo detengono per merito ma per via dell’attività lobbistica quella che vagamente ricorda quel fenomeno familistico che quando è rozzo e volgare lo troviamo anche in Italia e al Sud ed inquina la vita pubblica e la stessa Pubblica amministrazione…

canio trione

Canio Trione

Direttore editoriale di Bari Sera e delle altre testate della editrice La Città, meridionalista da tempo immemore; scrive da sempre di economia reale, credito, finanza, scienza della moneta; ha pubblicato decine di saggi; grande critico della gestione dell'euro; profondo conoscitore della storia anche remota dell' economia.