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Tra i tanti imbroglietti cui la politica ci ha abituato oggi vediamo la sinistra pugliese che dimenticando i tantissimi guai che ci affliggono si dedica ad una legge con la quale si regala il 20 per cento delle azioni dell’ Acquedotto Pugliese ai comuni pugliesi pagando loro anche le spese occorrenti per realizzare tale obiettivo. Perché venti e non trenta o dieci… non è dato sapere. In che modo questa operazione potrà essere di interesse degli utenti non lo si immagina. Potranno i singoli comuni vendere le loro azioni al maggior offerente? Non si sa …in breve perché hanno inventato questa strategia? Il Governo si è opposto dicendo che l’acqua è materia sua e che la Regione può solo gestire il sistema idrico ma non disporne a proprio piacimento. Quindi si è rivolto alla Corte Costituzionale per far dichiarare incostituzionale la norma regionale che prevede immotivatamente di regalare questo asset pubblico ad altri politicanti. Domanda: cosa vuole dire questo ricorso? che a Roma vogliono essere loro a regalare o vendere le nostre azioni dell’Acquedotto? Perché non si dichiara nelle sedi competenti che gli acquedotti non sono nella disponibilità di nessuno e che vanno solo gestiti al meglio e non certo nell’ ottica del profitto ma in quella del servizio ai cittadini???? Anche dal governo non una sillaba che riguardi i cittadini. Nessuno che proponga un miglioramento del servizio o una riduzione drastica del suo costo in bolletta. Pure dai bilanci dell’acquedotto pugliese sembra che si viaggi con profitti di decine e decine di milioni di euro senza che nessuno se ne scandalizzi. Si parla di “investimenti” faraonici di centinaia di milioni di euro senza che nessuno si chieda se quelle spese non siano da imputare alla fiscalità generale e non certo al consumatore di acqua visto che la costruzione dell’acquedotto è stata realizzata (oramai da duemila anni e cioè non solo nel nostro caso) con soldi pubblici e non vendendo l’acqua. Quindi la questione è di quelle pelose e si scopre che l’acquedotto più grande d’Europa -come dicono- sia uno strumento per fare soldi a palate e consolidare posizioni politiche fruendo del monopolio legale e materiale di un bene essenziale. Mi direte che è ingenuo scandalizzarsi di queste amenità mentre per guerre lontane si spendono miliardi e miliardi mentre i nostri ospedali ti curano con il contagocce e il nostro debito cresce fuori da ogni controllo. E invece forse dall’ acqua potrebbe nascere un vasto risveglio delle coscienze per ricordare che si è eletti per fare gli interessi dei cittadini e non certo per regalarne le proprietà (come le azioni dell’Acquedotto) a chicchessia….dopo aver regalato il petrolio a non si sa bene a chi adesso anche l’acqua ci verrà scippata? Avevamo l’acciaio e non l’abbiamo più, avevamo il sale delle saline più grandi d’Europa e non l’abbiamo più, avevamo la più grande banca del Sud e non l’abbiamo più, avremmo teoricamente il sole e il vento e altri ne fanno energia, scusatemi ma quale è il programma vero dei nostri politicanti?
Canio Trione

Direttore editoriale di Bari Sera e delle altre testate della editrice La Città, meridionalista da tempo immemore; scrive da sempre di economia reale, credito, finanza, scienza della moneta; ha pubblicato decine di saggi; grande critico della gestione dell'euro; profondo conoscitore della storia anche remota dell' economia.