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Venerdì 8 novembre al Multicinema Galleria di Bari sarà ospite in sala il regista Gabriele Muccino, per presentare il suo ultimo film «Fino alla fine»: interverrà allo spettacolo delle 20,45, per il saluto iniziale e al termine della proiezione, per il dibattito con il pubblico. Il lungometraggio, nelle sale da giovedì 31 ottobre, è stato proiettato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, ed è distribuito da 01 Distribution. È liberamente ispirato al film tedesco «Victoria» (2015) di Sebastian Schipper. Nel ricco cast, tra gli altri, Elena Kampouris, Saul Nanni, Lorenzo Richelmy, Enrico Inserra, Francesco Garilli. «Fino alla fine» racconta la storia di Sophie, una giovane americana di vent’anni che ha vissuto tutta la vita sottovuoto e in solitudine. Durante una vacanza a Palermo con la sorella, nelle ultime 24 ore prima del ritorno in California, incontra Giulio e il suo gruppo di amici siciliani. Queste 24 ore cambieranno per sempre la sua esistenza. Desiderosa di vivere fino in fondo, Sophie decide di scegliere di camminare sull’orlo del baratro trascinandosi in una vertigine pericolosa, trasformando una semplice avventura in una battaglia per la sopravvivenza, il riscatto e l’adrenalina pura. In questo labile confine tra vita e morte, Sophie verrà risucchiata dal fascino del pericolo, commettendo errori che marchieranno la sua vita, cambiandola per sempre «”Fino alla fine” – spiega Gabriele Muccino – è il mio tredicesimo film. Sono volati i 27 anni in cui mi sono immerso in questo mestiere; anni intrecciati alla mia sensibilità per l’animo umano e le sue dinamiche, drammatizzandole e creando così personaggi che potessero prendere vita propria, permettendomi di vivere assieme a loro molteplici vite. Personaggi inesistenti, incarnati da attori che, come Pinocchio costruito dal suo Geppetto, diventano sullo schermo persone reali in carne e ossa, immortali. Una volta che il film sarà finito, quei personaggi, quelle schegge di vita, certe frasi, resteranno per sempre lì, ferme nel tempo, capaci di dialogare con il nostro inconscio, scatenare pulsioni, vivificare i nostri ricordi, i nostri sogni, la nostra inesauribile brama di vivere la nostra vita un po’ come quella che sceglie di vivere Sophie. Questo è il motivo per cui faccio cinema. “Fino alla fine” non vuole essere semplicemente visto, ma vissuto, perché tratta di ciò di cui le nostre vite hanno un silenzioso e costante bisogno: la spinta a superare le barriere, a non accontentarsi di un’esistenza preconfezionata e programmata. In un momento senza precedenti nella storia dell’umanità, in cui tutto appare globalmente organizzato, pianificato, gestito sopra le nostre teste, i viaggi, un tempo avventure spontanee, sono ora ridotti a itinerari predefiniti low cost da postare e condividere sterilmente sui social. Eppure, dentro di noi, sopravvive una parte antica e ribelle, che si oppone all’idea di vivere come spettatori passivi di vite e realtà altrui, che mai saranno nostre».