Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – Apre la strada a un'ampia gamma di applicazioni, dalla biomedicina alla diagnostica, lo studio recentemente pubblicato su 'Nature Communications', condotto da un team di ricercatori dell'Università di Roma Tor Vergata insieme agli scienziati dell'Università della California di Los Angeles (Ucla). Lo studio, finalizzato a ricreare in laboratorio, con reti di geni sintetici, l'affascinante processo con cui le cellule formano o smantellano strutture molecolari in momenti precisi – spiega una nota – avvia la possibilità di imitare questo processo, progettando strutture su scala nanometrica. "Abbiamo pensato all'idea di ricreare in laboratorio reti di geni che, in base al momento della loro attivazione, possono formare o disassemblare materiali sintetici – illustra Francesco Ricci, ordinario all'Università di Roma Tor Vergata – Abbiamo scelto di utilizzare dei 'mattoncini' di Dna sintetico che, una volta mescolati in soluzione, interagiscono e formano strutture tubolari solo in presenza di una specifica sequenza di Rna. Un'altra sequenza di Rna, invece, può innescare il disassemblaggio di queste stesse strutture. Abbiamo quindi progettato dei geni sintetici per produrre queste sequenze di Rna in momenti precisi, così da controllare esattamente quando le strutture si formano o si distruggono". Aggiunge Elisa Franco, ordinario a Ucla: "Siamo riusciti a creare una rete di geni artificiale, che può controllare non solo la formazione o distruzione delle strutture, ma anche la loro composizione in momenti precisi. Ogni mattoncino è progettato per cambiare colore in base all'attivazione temporale dei diversi geni. In questo modo possiamo monitorare visivamente l'attivazione genica e osservare come queste strutture si evolvono nel tempo, riflettendo lo stato funzionale del sistema". Come sottolinea Daniela Sorrentino, prima autrice dello studio e che ha trascorso gli ultimi mesi del suo dottorato nel laboratorio della professoressa Franco all'Ucla: "Il nostro approccio non si limita a strutture di Dna, ma può essere esteso ad altri materiali e sistemi. Coordinando i segnali biochimici, possiamo assegnare funzioni diverse agli stessi componenti, creando materiali che evolvono spontaneamente nel tempo. Questo – conclude – apre nuove strade alla biologia sintetica e a possibili applicazioni in medicina e biotecnologia". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.