Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) –
"Ma quale amico della Russia…". Donald Trump taglia i ponti con Mosca nell'intervista a Tucker Carlson, anchorman conservatore che quest'anno ha intervistato anche Vladimir Putin. "Dicono che sono un amico della Russia, dicono che ho lavorato per la Russia e che sono una spia russa. Questa gente è malata. Io ho bloccato il gasdotto Nord Stream 2", dice Trump a pochi giorni dalle elezioni per la Casa Bianca: il 5 novembre gli Stati Uniti devono scegliere tra l'ex presidente e la vicepresidente Kamala Harris. Trump, negli ultimi mesi, si è proposto come mediatore per porre fine alla guerra tra Ucraina e Russia. "La farò finire prima ancora di insediarmi", ha detto e ripetuto, assicurando il raggiungimento di un'intesa tra Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo le indiscrezioni che trapelano, il piano del candidato repubblicano prevede un regime speciale per i territori occupati dalla Russia e lo stop all'iter che dovrebbe portare l'Ucraina nella Nato. 
Zelensky ha incontrato Trump a luglio, quando si è recato negli Stati Uniti in corrispondenza del vertice Nato. Il faccia a faccia, andato in scena a New York su richiesta del leader ucraino, è stato caratterizzato anche da momenti 'sui generis': "Ho un ottimo rapporto con Putin", ha detto Trump provocando la reazione dell'ospite. "Spero ci sarà una relazione migliore con me…", la replica di Zelensky, che parte da un punto fondamentale: l'Ucraina non è disposta ad accettare nessuna mutilazione territoriale e, pertanto, il piano che viene attribuito a Trump è destinato a naufragare. L'imminente voto americano condizionerà inevitabilmente il rapporto tra Washington e Kiev. "Il prossimo presidente degli Stati Uniti può rafforzare o ridurre il sostegno all'Ucraina. Se tale sostegno si ridurrà, la Russia si impossesserà di altro territorio, impedendoci di vincere questa guerra", dice Zelensky inviando elle ultime ore un messaggio destinato palesemente a Trump. "Questa è la realtà. La nostra posizione non riguarda compromessi territoriali, ma l'esplorazione di potenziali percorsi diplomatici che si basano sul mantenimento dell'impegno da parte degli Stati Uniti. Un desiderio genuino da parte degli Stati Uniti di mettere fine rapidamente a questa guerra è fondamentale", aggiunge.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.