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Quarantasei anni fa, il 25ottobre del 1978, con un francobollo ordinario di lire120 nelle serie “Fontane d’Italia”, che raccoglieva 21 fontane di tutta Italia, veniva ricordata una delle fontane più belle d’Italia presenti in Lucania. A Genzano di Lucania, centro dell’alto Bradano, in provincia di Potenza si trova la cosiddetta Fontana Cavallina realizzata tra il 1865 e il 1893 sulla base di un progetto redatto dall’architetto Giuseppe Antonio Locuratolo, nato a Melfi nel 1796 e trasferitosi a Genzano di Lucania a seguito della repressione dei moti carbonari verificatisi in Basilicata nel 1820-21. La bellissima fontana ha la forma di un anfiteatro con struttura a mattoni pieni, cotti, naturali, senza intonaco e con cordonatura superiore in pietra viva. Ha il pavimento fatto di selciato che si estende alle due rampe di accesso. Il muro interno delle rampe inizia e termina con un pilastro, su cui poggia un basamento quadrangolare portante una pigna in pietra. Detto muro è intervallato inoltre da sette altri pilastri, equidistanti tra di loro, che si prolungano tramite un basamento quadrangolare, sottostante a una colonnina, alta circa mezzo metro. Le tre colonnine della parte centrale portano una ringhiera di protezione in ferro battuto. Sull’arco di stile romano si staglia la statua della dea Cerere, comunemente detta “Santa Abbondanza”. Un pregevolissimo reperto archeologico del I sec. a.C. – I sec. d.C., rinvenuto, nella seconda metà del 1800, presso la Pila Grande a circa 2 chilometri dal centro abitato, là dove un tempo sorgeva Féstula, un’antica città pagana. Una Fontana ricca di storia e identità del luogo. Le pagine di storia (una breve lettura dei canti popolare dell’autore Rocco Scazzariello e diversi altri testi di Genzano di Lucania raccolti dall’editore Appia 2 editrice Venosa 1982) raccontano di come anticamente, a piedi o a cavallo, con barili, anfore, secchi, orciuoli, la gente del luogo si recava alla fontana ad attingere le sue “chiare e fresche acque” per le più svariate necessità. Sovente bisognava fare la «vècet’» ossia fare la fila e attendere il turno per riempire i propri recipienti: “Per un nonnulla, le donne, scosse nei nervi per la lunga attesa, spesso si accapigliavano tra di loro e i barili ne pagavano le conseguenze”. Molti gli interventi subiti dalla struttura. Nei primi anni novanta, tra il 1990-1994, la Fontana è stata sottoposta ancora una volta da un intervento assolutamente rispettoso del monumento e del suo assetto, legato solo alla sistemazione dell’area circostante ed alla realizzazione di nuovi manufatti. Un grande capolavoro, un esempio di architettura neoclassica a forma di anfiteatro nel borgo lucano Genzano di Lucania da visitare e da conservare nel cuore e nei pensieri di ognuno di noi, gente lucana. Provare per credere.
Oreste Roberto Lanza