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Un’appassionante storia di coraggio ed emancipazione femminile ambientata in un paesino del Sud tra gli anni ’30 e gli anni ’60. Questa la sintesi del romanzo di formazione della salentina Francesca Giannone, laureata in Scienze della Comunicazione, “La Portalettere” editrice Nord. “È morta la portalettere”. “La notizia si diffuse come un lampo lungo ogni strada e vicolo del paese”. Oltre quattrocento pagine per raccontare di una donna, Anna, arrivata in un piccolo paese del Salento, Lizzanello nel giugno del 1934, circondata da subito da occhi indiscreti, dicerie, invidie e un tocco di grande gelosia per la sua bellezza; sposata ad un figlio del Sud Carlo felice di essere tornato a casa. In un ambiente in cui è facile ingabbiare respiri, umori, pensieri e finanche la dignità soprattutto se veste il colore rosa, Anna fiera e spigolosa, non si piegherà mai alle leggi non scritte che continuano ad imprigionare le donne del Sud. Un libro di una semplicità di scrittura notevole in cui il lettore si trova a viaggiare senza accorgersene catapultato in un ambiente che per molti tratti appare passato e presente di un vissuto che ha difficolta a cambiare. Un romanzo intrisa di memoria personale e storia per raccontare della sua bisnonna Anna Allavena, donna del nord, ligure, trapiantata al sud, prima portalettere d’Italia, del meridione. Una donna, la prima probabilmente, a sfidare le convenzioni di un paese che in molti, tanti, tratti appare chiuso ottuso nell’agire e nel pensare. Una donna che attraverso il lavoro trova la sua dimensione oltre il rispetto famigliare che continua a curare dedicandole il giusto e dovuto tempo. Una vera rivoluzione forse la prima quella di candidarsi al concorso per portalettere lasciando di stucco tutti per svolgere un lavoro da uomini. Una rivoluzione gentile cercando semplicemente di essere sé stessa. Dice sempre quello che pensa non va in chiesa e resterà sempre legata all’amore per il marito Carlo. Un amore la cui forza sarà dolorosamente chiara al fratello maggiore Antonio, innamoratosi di lei a prima vista. Fonda una casa delle donne e si batterà per il suffragio universale. E’ la storia di un anima forte di quelle storie che non è tempo più di temere a margine ma che vanno salvate, studiate e valorizzate perché parla ad ognuno di noi di come un frammento di vita anche quella femminile può contenere un valore, una luce che illumina il cosmo dell’intera umanità. Un libro che va letto senza sé o ma perché contiene una grande storia d’amore vera, ricca di essenze profumate, senza sfaccettature che la Giannone è riuscita a far vivere in tutti suoi personaggi. Un buon libro e come andare a teatro dove attraverso la finzione si raccontano modi di essere, pensieri e realtà vere. Un Bellissime pagine che sobillano nel pensiero del lettore leggendo l’ultima pagina il desiderio di ritornare a leggerlo dall’inizio.
Oreste Roberto Lanza