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(Adnkronos) – Serena Rossi ha incantato il pubblico della 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma con un concerto a sorpresa alla premiere de 'Il treno dei bambini', il nuovo film della candidata all'Oscar Cristina Comencini dal 4 dicembre su Netflix. L'attrice – accompagnata dalla JuniOrchestra, l'orchestra dei giovani dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta dal Maestro Simone Genuini – ha cantato 'Uocchie C'arraggiunate' di Roberto Murolo, tra i brani del film.  Prima dell'esibizione, che si è svolta nella sala Sinopoli dell'Auditorium Parco della Musica, hanno sfilato sul red carpet la regista Cristina Comencini, gli interpreti Barbara Ronchi, Serena Rossi, Christian Cervone e Stefano Accorsi, insieme a Francesco Di Leva, Antonia Truppo, Monica Nappo, Dora Romano, Ivan Zerbinati e Giorgia Arena. Tratto dall'omonimo bestseller di Viola Ardone, 'Il treno dei bambini' racconta la generosità dell'Italia del dopoguerra, un viaggio attraverso la miseria visto dagli occhi di un bambino diviso tra due madri. Quella del treno che portava i bambini dal Sud a Nord nel Dopoguerra “è una storia che pochissimi conoscono" dice la regista Cristina Comencini a proposito del suo film 'Il treno dei bambini' che fa luce sul viaggio di settantamila bambini che nel dopoguerra vennero inviati in treno nel Nord perché si potesse assicurare loro un futuro migliore. "Io ho una mia idea sul perché: era organizzata dall’Unione delle donne italiane e coinvolgeva bambini e donne, che sono le classiche figure che nella società sono tenute da parte. Ecco perché questa storia è stata resa invisibile, come molte cose che hanno fatto alle donne durante la guerra e il Dopoguerra”. "Questi treni – spiega la regista, che presenta il film nella sezione Grand Public – sono partiti da zone in cui non c’era nulla, è una storia di solidarietà, quello che noi siamo stati e può forse dire quello che potremmo essere. La storia è importante dal punto di vista del nostro Paese, ecco perché ho voluto affrontarla".  La pellicola, tratta dal best seller di Viola Ardone, è ambientata nel 1946. Amerigo ha otto anni e non si è mai allontanato da sua madre Antonietta (Serena Rossi), ma il suo mondo, fatto di strada e povertà, sta però per cambiare. A bordo di uno dei 'treni della felicità' passerà l'inverno al nord, dove una giovane donna, Derna (Barbara Ronchi) si prenderà cura di lui. La vicenda porterà il piccolo a fare una scelta che gli cambierà la vita. “Noi siamo stati quell’Italia solidale – dice una delle interpreti, Monica Nappo – oggi partono navi per creare separazione, prima invece si pensava che se una cosa si poteva fare dovesse essere fatta. Fu uno sforzo organizzativo ed economico importante. Le famiglie si sono fidate, ecco cosa mi ha colpito, con la speranza, se non la certezza che qualcuno dall'altra parte li accogliesse”.  Serena Rossi interpreta il ruolo di una donna apparentemente dura e poco affettuosa, costretta a privarsi di suo figlio per mandarlo via dall’inferno. "Mia nonna Concetta che oggi ha 84 anni era uno di quei settantamila bambini – rivela l’attrice napoletana -. È stata tre mesi a Modena, e dice che sono stati gli unici mesi felici della sua infanzia. Quindi per me il coinvolgimento emotivo era enorme”. Raccontare “questa mamma così lontana da me, per me è stato difficilissimo, il mio cuore è nelle tue mani ho detto a Cristina”. Una mamma “molto dura che non riesce ad abbracciare il suo bambino, ma fa il più grande gesto d’amore per lui, lasciarlo andare verso una nuova vita”. “Derna è una donna che non si aspettava di avere questo bambino, forse non pensava fosse nemmeno la famiglia giusta, quella di una donna sola, pensava di essere inadatta – spiega Barbara Ronchi -. Invece pian piano Amerigo fa breccia nel suo cuore e nasce un’amicizia. Lei si racconta, gli parla, lo mette a parte della sua vita. Inconsapevolmente gli fa conoscere qualcosa che poi diventa la sua passione, fa qualcosa di più che farlo sopravvivere”. Nel ruolo di Amerigo da adulto, Stefano Accorsi. “Abbiamo cercato di immaginare il personaggio – dice l’attore-. Un adulto che pian piano comincia a elaborare quanto gli è successo, l'idea di essere stato oggetto di questa scelta di una delle due madri che dal suo punto di vista lo ha abbandonato lascerà un segno. È un uomo risolto, ma ha chiuso in un cassetto una cosa molto importante. Questo cassetto si riapre e da lì comincia a elaborarlo”. Le musiche del film sono del maestro Nicola Piovani. “In questo periodo fra i miei progetti c’è di fare meno film possibile, perché il cinema è molto cambiato e non ho nessuna voglia di aggiornarmi – spiega Piovani -. Ma quando capitano occasioni miracolose come queste dal punto di vista drammaturgico o musicale, sono felicissimo. Io scrivo ancora con la matita e la gomma”. E rivela che della sceneggiatura lo hanno colpito “due madri diversissime, ma accomunate dal sentimento di maternità”. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

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