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I produttori di varietà ortofrutticole acquistate dalle grandi ditte sementiere non possono essere costretti a vendere ai distributori scelti dai breeder. Di fatto quindi i produttori pugliesi di uve apirene (senza semi o seedless) potranno scegliere a chi vendere l’uva da tavola da essi prodotta, anche se coperta da royalty.
Lo ha sancito una sentenza epocale della Corte di cassazione, la numero 9429 dello scorso 9 aprile 2024. La decisione ha chiuso una questione giudiziaria annosa tra l’azienda agricola Miglionico Angela di Altamura, in provincia di Bari, e il colosso californiano Sunworld, leader mondiale nel settore delle sementi, ponendo una pietra miliare nel rapporto tra i grandi breeder e gli agricoltori.
Se n’è parlato in Fiera del Levante, nella sala 2 del Centro Congressi, nell’incontro dal titolo “Produzione e commercializzazione di uva da tavola – Criticità, prospettive e novità giuridiche”, organizzato dalla Camera Arbitrale e della Mediazione della Camera di Commercio di Bari.
«Un traguardo importante per i nostri produttori», ha affermato nei saluti introduttivi Pietro Piccioni, vicepresidente della Camera di Commercio di Bari e direttore di Coldiretti Puglia. «Non saranno più poche multinazionali a decidere della distribuzione, ma i produttori stessi che, una volta acquisito il brevetto sulla varietà, saranno svincolati da qualsiasi legame con l’azienda che, di fatto, ha ideato la nuova specie vegetale. La filiera delle uve senza semi è il top dell’innovazione varietale in Italia e un comparto in forte ascesa nella nostra regione».
Gli operatori del settore sono pronti a scommettere che garantirà il successo della filiera sui mercati nazionali ed europei nei prossimi trenta anni.
Al convegno hanno partecipato qualificatissimi relatori, che hanno trattato l’argomento in tutte le sue sfaccettature economico-giuridiche. Le professoresse Irene Canfora e Laura Costantino, docenti di diritto Agrario e Alimentare presso UNIBA, l’avvocato Luigi Fino arbitro della CCIAA di Bari, l’avvocato Roberto Manno dello studio WebLegal e componente dell’associazione Filiera21, Vanessa Rosito, dottoranda di ricerca in diritto Agrario.
In particolare, si sono analizzati temi fondamentali per il settore: le organizzazioni dei produttori che aiutano gli agricoltori a ridurre i costi di produzione e a collaborare sia in fase di trasformazione che di commercializzazione dei prodotti; la promozione della biodiversità; le regole per la promozione dell’imprenditoria giovanile. Si è approfondita anche l’ulteriore sentenza innovativa pronunciata in data 1° agosto 2024 dal Tribunale di Bari, ottenuta dall’avv. Roberto Manno.
Nell’incontro si è parlato, infine, dell’importante ruolo delle clausole contrattuali. L’inserimento di clausole arbitrali, in caso di eventuale contenzioso, garantirebbe una notevole celerità nella risoluzione dello stesso.